Il Comune ha avviato la procedura per l’acquisizione, a titolo gratuito, dell’ex comprensorio Croce rossa italiana di Fara in Sabina. Dopo la deliberazione del consiglio comunale il 19 aprile scorso, con la quale si chiedeva all’Agenzia del Demanio il possesso del bene ormai abbandonato da anni, si è svolta ieri la prima riunione operativa a cui hanno partecipato rappresentanti del Comune, del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, dell’Agenzia del Demanio, della Soprintendenza belle arti e paesaggio. Scopo della riunione, definire i termini dell’accordo formale necessario per predisporre un progetto di riqualificazione e valorizzazione del complesso architettonico, come previsto dal decreto sul “federalismo culturale” che disciplina il trasferimento agli enti territoriali dei beni demaniali in disuso.
La struttura di Fara in Sabina nasce come edificio di culto tra i secoli XVI e XVII. Tra ‘800 e ‘900 si costruisce il preventorio per malattie respiratorie – istituto medico in cui venivano praticate cure preventive, specialmente contro la tubercolosi. Una volta debellata la patologia in Italia, la struttura divenne colonia dedicata ai ragazzi con problemi famigliari. Nel 1967 venne riconvertita a colonia estiva che ospitava fino a trecento bambini per volta. Una volta terminata l’attività, l’edificio diventò deposito di materiali per il Corpo militare della Croce rossa italiana. Conclusa anche questa fase, nel 2008 il complesso architettonico è stato acquistato dall’Agenzia nazionale dei Segretari comunali e provinciali, con l’intenzione di farne la sede di una scuola specialistica ma, soppressa l’agenzia due anni dopo, giace ancora in completo stato di abbandono. Ora lo Stato potrebbe restituirlo gratuitamente alla città di Fara in Sabina per trasformarlo in una struttura ricettiva, grazie all’apporto di investimenti privati.
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