Parla a RietiLife Udrivolf Pica, 27enne di Villa Camponeschi (Posta), ingegnere aerospaziale, a Bruxelles per lavoro. Ha avuto notizia degli attacchi all’aeroporto Zaventem e nelle metro di Maelbeek e Schuman mentre andava al lavoro in Avenue Louise, non lontano dal Palazzo di Giustizia.
Racconta così le sue sensazioni: “C’è poco da commentare, ci troviamo un po’ con le spalle al muro. Per la prima volta nella storia abbiamo un nemico invisibile, che è dappertutto, è in mezzo a noi, nelle principali capitali europee. Nessuno si aspettava che la situazione degenerasse a tal punto. Ci troviamo semplicemente a sperare che la fortuna ci assista e che le forze dell’ordine riescano a prevedere i prossimi attacchi. Siamo un po’ indifesi e la sensazione è di essere senza assi nella manica, senza armi, senza frecce al nostro arco, in balia di un nemico invisibile”.
La città? “Sirene in sottofondo costantemente – racconta – poche macchine, tram vuoti, stazioni bloccate: la gente è più fragile, è nel panico. I terroristi hanno ottenuto quello che volevano”.
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