Sic transit gloria mundi, ha commentato Silvio Berlusconi nell’apprendere la morte – orribile – di Muammar Gheddafi. Così passa la gloria del mondo, qualcuna anche per di qua come canta Ligabue. Gheddafi passò per Antrodoco il 10 luglio del 2010. Un colpo di teatro, per il Colonnello, un colpo di fortuna per Maurizio Faina che si spalmò a tappetino ai piedi del tiranno libico allettato da una promessa di investimento milionario. Certo, Faina forse esagerò nel far passare gli antrodocani come poveri in canna, ma esagerate suonano oggi anche le critiche al sindaco: Unicredit, Fiat, Finmeccanica non avevano fatto lo stesso con Gheddafi prima, più e meglio di lui? Ma passa la gloria del mondo: Gheddafi passò da Antrodoco per raggiungere Roma per evitare i tunnel dell’autostrada. Vai a pensare che in un tunnel avrebbe cercato l’ultimo, inutile rifugio. Da Rieti è passato spesso anche Gianfranco Fini. Che ressa, negli anni d’oro della Festa del Secolo per entrare nella foto di gruppo sul palco del comizio finale col leader di An. E che fenomeno il reatino che, dopo un comizio dell’allora vice presidente del Consiglio davanti a Gengarelli nel 2006 quasi lo apostrofò: Gianfra’, ma che fai, non me saluti? Mercoledì scorso Fini è tornato a Rieti da presidente della Camera, ospite assai poco salutato: avesse potuto incrociare il sindaco Emili avrebbe potuto dirgli: oh Pe’ ma che fai, non me saluti? Peppe chi? Ma Peppe Emili, come se lo coccolò in piazza sul palco il 15 maggio del 2007 Silvio Berlusconi: il miglior sindaco, della migliore città con la più bella cattedrale d’Europa, disse il più grande statista italiano della storia. Siirvio, pozzi campa’ cent’anni, gli urlò dalla piazza uno delle migliaia di fedeli adoranti. Era un augurio. Oggi, tra spread e Btp, sembra una minaccia. Foto (archivio): Emiliano GRILLOTTI © 1 Novembre 2011