Al via anche a Rieti la campagna di controlli a tappeto della Polizia Stradale su cinture e telefonini. Negli ultimi mesi più volte è stata richiamata l’attenzione dell’opinione pubblica sul problema della Sicurezza Stradale dopo che gli addetti ai lavori hanno mostrato un certo allarmismo dovuto ad un cambiamento di rotta dei dati sugli incidenti. Il campanello d’allarme è scattato quando ci si è accorti della netta inversione rispetto al trend virtuoso che aveva caratterizzato gli anni dal 2000 al 2013 periodo in cui il bilancio degli incidenti era assolutamente positivo, cioè in costante diminuzione, oltre che nel numero degli incidenti in generale, anche nel numero dei morti registrati. Già nel 2014 il trend positivo aveva subito una battuta d’arresto che aveva preoccupato gli operatori della Stradale, ma il 2015 ha confermato l’inversione di tendenza facendo registrare un picco, nel mese di luglio scorso, del numero dei morti rispetto agli anni precedenti.
Solo qualche numero per rendere l’idea: gli incidenti mortali sono passati dagli 879 del luglio 2014 agli 897 del 2015 (incremento del 2%) ed il numero delle vittime è aumentato di 18 unità passando dai 954 dei primi 7 mesi del 2014 a 972 dello stesso periodo del 2015 (incremento dell’1,9%).
Molte cose sono state dette per giustificare il problema. Ad esempio che gli italiani quest’anno sono andati di più in vacanza, quindi più gente sulle strade, più incidenti. Ma quanto dichiarato dagli addetti ai lavori non sembra tranquillizzarci: la prima causa dell’aumento degli incidenti è da ricercare nelle distrazioni alla guida causata dall’uso della tecnologia, cellulari, tablet e dispositivi elettronici che distolgono l’attenzione dalla guida. In altre parole messaggiare, scrivere mail, scattare selfie è tra le prime cause di questo aumento dei morti sulle strade. Al secondo posto c’è il mancato uso delle cinture di sicurezza.
Dai dati rilevati risulta che i conducenti che indossano la cintura di sicurezza sono il 68% (negli altri paesi europei siamo al 100%), mentre il dato maggiormente sconfortante riguarderebbe le cinture sui sedili posteriori che vengono indossate soltanto dal 10% dei passeggeri.
Ciò è attribuibile, spiega il Dirigente della Polizia Stradale di Rieti, Vice Questore Aggiunto Nadia Carletti, all’errata convinzione che i passeggeri seduti sui sedili posteriori sono più protetti mentre invece, sono proprio loro ad essere maggiormente esposti perché se non assicurati con la cintura, rischiano di essere sbalzati fuori dal veicolo con gravi conseguenze specie in presenza di airbag che, ricorda il Comandante, completa la sua efficacia creando un guscio protettivo, solo insieme alla cintura di sicurezza.
In linea con le direttive del Servizio Polizia Stradale del Ministero dell’Interno sulle strategie di contrasto, la Stradale di Rieti ha organizzato una serie di controlli mirati alla verifica delle condotte di guida con riguardo soprattutto al corretto uso delle cinture di sicurezza e dei telefonini. “Schiereremo anche pattuglie con colori di serie”, ha dichiarato Nadia Carletti, “visto che la dissuasione attraverso le autovetture di servizio con i colori d’istituto è risultata inutile sul tema. E’ sufficiente, infatti, un’occhiata alla pattuglia che giunge da dietro per abbassare il telefonino e poi rimetterlo all’orecchio quando la pattuglia è passata, così come molti sono ancora quelli che legano la cintura facendola passare dietro la schiena, per non sentire il richiamo sonoro che, guarda caso, salva la vita. Non ci arrenderemo mai di fronte ad atteggiamenti superficiali ed inquietanti come quello in cui mi sono imbattuta qualche giorno fa, durante un controllo, quando un papà che portava la sua bambina di appena 18 mesi libera ed in piedi sul sedile anteriore della propria autovettura, al mio rimprovero, ha semplicemente dichiarato – se la lego sul seggiolino, piange”. (da comunicato della Questura di Rieti)
Foto: RietiLife