(Sabrina Vecchi) A poche ore dal violentissimo terremoto di magnitudo 8,4 della scala Richter che ha fatto tremare il Cile, causando circa dieci morti e più di un milione di evacuati per l’allerta tsunami, arriva a RietiLife la testimonianza del reatino Marco Bigornia, appena giunto nel paese sudamericano con la moglie Elizabeth. “Ci trovavamo all’Aeroporto Internazionale Arturo Merino Benítez di Santiago” – racconta Bigornia – “eravamo appena giunti nel Paese prima di essere investiti dalla fragorosa botta. La struttura in acciaio e vetro dell’aeroporto ha retto benissimo. Le vetrate sono rimaste tutte integre e non vi è stata nessuna evacuazione come riportato da alcuni media. Nessuna scena di panico tranne qualche lacrima di un paio di bambini. Tutta la struttura ha tremato per circa 13 minuti in maniera molto violenta e poi nuovamente per altre due volte nelle due ore successive con scosse di assestamento anch’esse molto violente sebbene più basse di magnitudo rispetto alla prima. Subito dopo la prima scossa, lo scalo è stato bloccato per controllare le piste di tutto il paese e richiamare gli aerei appena decollati e diretti nelle zone più colpite. In generale il sistema di allarme tsunami ha funzionato molto bene riuscendo a contenere danni potenzialmente enormi. Arrivando ad Antofagasta (a circa 1500 km a nord di Santiago città di circa 300.000 abitanti direttamente sulla costa) con molto ore di ritardo rispetto al programma anche i cellulari locali e connessi ad un sistema di allarme tsunami, suonavano ripetutamente vista la possibilità di arrivo sulla costa di onde anomale.
La situazione ora è sotto controllo e stiamo bene nonostante la impressionante esperienza. I Cileni hanno dimostrato essere davvero abituati a questi eventi tellurici e ciò ha permesso che durante l’evento regnassero ordine e tranquillità in totale assenza di scene di panico e delirio”. Foto: web ©