La Npc Rieti ha inserito il penultimo tassello nel roster della Serie A. Si tratta di Ivan Morgillo, napoletano, classe 1992, centro di 206 centimetri. Cresciuto nelle giovanili del Basket Napoli (dove è stato allenato da coach Alessandro Rossi con il quale ha raggiunto le Finali Nazionali Under 19 Élite di Udine), il primo anno da professionista l’ha giocato a Napoli in C1 ed è rientrato nei progetti della Nazionale Under 20. Il passo successivo è stato andare a Trapani in Serie B2, militando in pianta stabile nel team siciliano. E’ stata una buona stagione tanto da farlo notare da Avellino di Serie A1 che lo ha contrattualizzato per due anni, inserendolo nella rosa dei 12.
“È stato difficile trovare un po’ di spazio – racconta Ivan – ma ho avuto modo di capire cosa è il professionismo puro. Giocavo poco e lavoravo intensamente negli allenamenti, avevo compagni di squadra da cui imparare, alcuni provenivano dall’NBA. Nel complesso sono stati due anni costruttivi”.
Come hai accolto la chiamata di Rieti?
“Avevo diverse proposte da squadre di Serie B che mi offrivano un ruolo da protagonista ed il mio obiettivo era di scendere di categoria per avere più spazio per giocare, ma quando è arrivata la proposta di Rieti, nonostante sapessi che avrei avuto un ruolo più marginale, mi ha allettato il fatto di entrare nel pacchetto lunghi di una società che ha questo bel progetto, che ha conquistato una promozione sul campo e che gioca in una piazza storica”.
Che aspettative personali hai per questa stagione?
“Venendo da due anni di esperienza in A1 dove però mi mancava un po’ il campo, mi aspetto di dimostrare quello che valgo, mi impegnerò per cercare di strappare più minuti possibili. La voglia che ho di giocare è tanta, come quella che ho di contribuire ad ottenere il massimo per Rieti”.
Ivan oltre ad essere un cestista sei anche uno studente di ingegneria meccanica, fai l’ingegnere anche in campo?
“(sorride) Sono abbastanza preciso e sono mancino. In A1 ho imparato ad allontanarmi un po’ più da canestro, mentre prima ero interno, ora gioco più ala grande, anche se continuo a fare a sportellate sotto canestro, mi considero un discreto passatore ed un discreto tiratore, ho mani abbastanza educate”.
E come ti descrivi caratterialmente?
“Sono un ragazzo tranquillo, a volte un po’ timido, ma mi relaziono con tutti, mi piace conoscere persone nuove”.
Cosa ti senti di dire ai tifosi?
“Devono sapere che darò il massimo per la maglia e per la città che dopo tanti anni è tornata ora in Serie A e merita di rimanerci. Partiremo con i piedi per terra per poi arrivare, se si può, a sperare qualcosa in più ed aspirare ad alti traguardi”. Foto: ACCARDO ©