Andare in montagna in modo consapevole significa tante cose, e tutte imprescindibili. Non solo conoscenze tecniche, o legate alla cultura dell’esperienza e al proprio stato di salute o di allenamento. Imprescindibile è infatti la conoscenza di quello che si può fare nella montagna, oltreché di quello che il territorio potenzialmente offre: quindi, molto più di quello che in genere si sa e si pratica di solito oggi. Anche sul Terminillo. Che in uno slancio di riappropriazione, spirito di appartenenza e di identità, dovrebbe finalmente essere detto “Montagna dei Reatini” e non più Montagna di Roma, lasciando alle spalle questa definizione di secolo scorso (miti, ventennio e boom economico compresi).
In quest’ottica di guardare con occhi nuovi la montagna, per fornire a tutti, compresi gli appassionati e gli esperti, la possibilità di scegliere quali attività intraprendere o riscoprire nel Reatino, varie sezioni del CAI (Rieti, Leonessa e Antrodoco) e sotto l’egida del CAI Lazio, hanno patrocinato la nuova guida al Terminillo – Monti Reatini, edita dalle Edizioni il Lupo che si presenta come una assoluta novità nel panorama editoriale di montagna dell’Appennino: 288 pagine a colori, con mappe per ogni itinerario e fotografie sia descrittive che di grande impatto visivo.
La presentazione della nuova guida si tiene nella sede del CAI di Rieti, via Picerli 59, venerdì 19 alle ore 18.30 (ingresso libero). Scritta da Andrea Bollati, che per il Lupo ha già curato quella dei Monti Lucretili, ha visto la collaborazione di alcuni tra i più noti esperti e frequentatori della montagna reatina, tra i quali Enrico Ferri, Maurizio Sola, Pino Calandrella, Cristiano Iurisci, Carlo Coronati, Giuseppe Albrizio.
L’aspetto innovativo è nella varietà di specialità outdoor che la guida, comoda anche nello zaino, comprende: oltre ad una vasta e completa parte introduttiva storico-naturalistica, sono presenti infatti schede-itinerari scelti di escursionismo, scialpinismo, sci-escursionismo e ciaspole, alpinismo invernale, vie di roccia, falesie di arrampicata, torrentismo, mountain bike; a completare il tutto, anche un breve paragrafo sulle possibilità di parapendio nel gruppo dei Monti Reatini. L’obiettivo è quello di venire incontro ad un pubblico di appassionati di montagna sempre più diversificato e consapevole, che richiede una scelta di possibilità di fruizione sostenibile della montagna in tutte le stagioni: aspetti che la comunicazione web non sempre garantisce sul piano dell’affidabilità, completezza e rigore. Questa guida colma per di più un vuoto editoriale: la prima guida risale al 1977, la seconda più ricca è del 2002 (oggi introvabile), mentre un’altra, del 2005, si presenta come un manuale di trekking. Il turismo montano sulla Montagna di Rieti può essere rilanciato e diffuso anche attraverso questi piccoli, felici apporti. Foto: CAI ©