Il Segretario della Uil reatina, Marino Formichetti interviene sull’attuale situazione della sanità reatina e sulla riorganizzazione. “Un’azienda sempre più isolata che subisce passivamente, suo malgrado, la “concorrenza” delle regioni limitrofe a causa di un assurdo commissariamento”. È questa la fotografia che scatta Formichetti sulla sanità reatina Formichetti. “Un commissariamento – prosegue Formichetti – che avrà come conseguenza quella di azzerare capacità e professionalità della nostra struttura a tutto vantaggio dell’Umbria e dell’Abruzzo. Quotidianamente assistiamo alla migrazione di professionisti sanitari (e non verso) le regioni vicine che continuano a bandire avvisi e concorsi al fine di reintegrare e potenziare la forza lavoro necessaria a dare risposte all’aumentare delle prestazioni alimentate anche dalla mobilità sanitaria proveniente dal nostro territorio dal canto suo sempre più in affanno a dare risposte sanitarie adeguate. Di qualche giorno fa la notizia , la Regione Abruzzo ha dato il via libera a 178 assunzioni a tempo indeterminato per diversi profili sanitari; la Regione Umbria pubblica avvisi a ripetizione, nelle cui graduatorie, come quella pubblicata solo qualche giorno fa, appaiono tanti dei nostri interinali e non solo, e noi qui nel mezzo del guado ad attendere elemosine di deroghe regionali e riorganizzazioni tutte volte al risparmio di numero di addetti con l’idea che la sanità possa essere paragonata ad una normale azienda commerciale. Basta poi una semplice influenza per far comprendere la complessità e la specificità di un’azienda sanitaria e far saltare il questo castello dalle fondamenta di argilla, con le conseguenze che abbiamo potuto e possiamo vedere ancora oggi. Così non va, riorganizzazione vuol dire migliorare il servizio offerto, fare investimenti, questo dovremmo mutuare dall’ottica del privato. Per rimanere concorrenziali in questa strana sanità regionale si deve lavorare per fermare la mobilità passiva dei nostri cittadini e quindi risanare i nostri bilanci; senza investimenti (e non si parla di investimenti sull’edilizia sanitaria ma sulle professionalità necessarie ad erogare servizi di qualità) si muore ed è quello che sta accadendo alla nostra Azienda. Di nuovo l’appello è rivolto alla Regione e alla direzione della Asl locale: non aspettiamo più, non possiamo più aspettare approvazioni di piani strategici o atti aziendali, rischiamo che la loro adozione serva solo all’ennesima enunciazione di principi non applicabili perché in carenza di risorse umane, si rischia di pianificare una battaglia organizzatissima, ma purtroppo senza esercito che la combatte”. Foto (archivio) RietiLife ©