In una lettera al direttore di RietiLife, il lettore Emanuele Angelelli, affronta la questione dei cani, dei diritti e dei doveri legati alla cura dell’animale, anche nel rispetto degli altri e della città.
«Spessissimo si parla e discute su ciò che riguarda i “nostri” diritti, senza riflettere che i nostri valgono quanto quelli di chi vive accanto a noi. Vorrei proporre uno spunto di riflessione su un argomento molto sentito nella nostra società e che riguarda il possesso e la cura del cane, considerato da tempo, il miglior amico dell’uomo. Questo è un animale molto bello ed estremamente intelligente; basti pensare che qualora ben educato ed addestrato, viene impiegato in compiti istituzionali di notevole rilievo. Ciò che purtroppo sconcerta, molto spesso, è la male educazione dei loro padroni ed il non rispetto delle norme legislative esistenti in materia; con questo non intendo generalizzare, in quanto ci sono padroni molto attenti, che con cura li accudiscono. In particolare, mi riferisco al fatto che oramai le nostre strade, in particolare i marciapiedi, area destinata al transito di pedoni, adulti e bambini, con o senza passeggini, oramai risultano invase da escrementi di ogni genere, prodotte proprio da cani, spesso al guinzaglio di padroni poco attenti o assolutamente indifferenti, al rispetto della “cosa” pubblica. In merito a questo, ricordo che esiste una ben precisa norma legislativa, riferibile al Decreto Ministeriale del 2013, secondo la quale è “fatto obbligo, a chiunque conduca il cane in ambito urbano, raccoglierne le feci…”. Descrivo brevemente, un fatto a cui ho assistito ieri pomeriggio. All’uscita di casa, zona Campoloniano, verso le 16, sul marciapiede di fronte al mio cancello, ho incrociato una signora con al guinzaglio un grosso cane che in tutta tranquillità, ha “rilasciato” il suo “bisognone”, proprio davanti a me. Allorché, stupito dal fatto che i “due” hanno proseguito con molta nonchalance il loro passeggio, ho chiesto alla signora in maniera molto educata, se avrebbe inteso raccogliere le feci del suo cane. Questa, dal canto suo, mi ha risposto se stavo scherzando e che le feci, appena evacuate, non appartenevano al suo cane, pertanto non le avrebbe mai raccolte. Allora mi domando, i famosi diritti di un cittadino che serenamente vuole farsi una passeggiata guardando le stelle, dove sono finiti? … dovendo guardare a terra, passo passo, credo che siano svaniti in un mare di…! Cerchiamo di ricordarci che noi abbiamo i nostri diritti e ci arrabbiamo se qualcuno li calpesta; il cane ha i suoi ma quelli degli altri esseri umani, in special modo quelli dei bambini, che non possono più toccare terra, senza il rischio di riportare a casa qualche bel “ricordino”, dove sono? Per concludere, coloro i quali sono demandati al controllo, anche per dare valore a chi si impegna nel rispetto della legalità, dove sono? Nella speranza che questo nuovo anno, sia all’insegna della civiltà operosa e rispettosa di tutti, vi saluto e ringrazio di cuore”. Foto (archivio) RietiLife ©