“Punto di Vista” è la nuova rubrica di RietiLife che ospita un commento ad opera di giornalisti reatini e non, sui fatti della città. Pubblichiamo il “Punto di Vista” del collaboratore de “Il Messaggero” e “SuperBasket” Luigi Ricci.
Ricomincio da tre: Avenia, Martinelli, Montorro. No, non si tratta dell’inizio di una di quelle storiche formazioni di calcio imparate a memoria come Sarti, Burgnich, Facchetti e così via. Sono i nomi da cui è ripartito il Rieti Basket Club, che ancora non si chiama Sebastiani per un pizzico di… leggerezza?
Il primo, Avenia, è il nuovo coach che, pur giocando per 20 anni tra A1 e A2, già faceva l’allenatore in campo senza mai perdere occasione per far conoscere il suo punto di vista al suo allenatore, ai compagni, agli avversari e, dulcis in fundo, pure agli arbitri. E’ alla sua prima esperienza come head coach di una squadra senior ma ce la dovrebbe fare. Almeno così ha pensato, quando l’ha scelto, Michele Martinelli, che già portò Avenia a Rieti nel 2002, quando ancora indossava mutande e canottiera.
Martinelli, oltre a confermare la regola secondo la quale l’assassino torna sempre sul luogo del delitto, cercherà di sfruttare la sua esperienza per far tornare il basket reatino in alto, malgrado sia avvolto da una cortina di scetticismo, più pesante di quella “di ferro” dei tempi dell’Unione Sovietica, eretta dai tifosi, sempre più disillusi.
Il compito di convincere gli sportivi ad abbattere il “muro di Berlino” della diffidenza toccherà a Franco Montorro, nientepopodimenoche ex direttore di Superbasket, il quale ricoprirà un ruolo più usuale in A1 che in B, col compito di occuparsi di marketing in una terra avara come la Sabina, ma soprattutto di “comunicare” con gli sportivi per convincerli a tornare al PalaSojourner. Auguri.
A dire il vero l’argomento più adatto per sciogliere il gelido interesse degli sportivi (dopo aver visto perdere, nell’ordine, i treni della wild card, dell’acquisto del titolo di A2 e del ripescaggio) è quello di sapere al più presto “chi” scenderà sul parquet per provare a buttare la palla nella retina.
Nove anni fa Martinelli partì dallo “specchietto per le allodole” Antonello Riva che, se non subito, dette comunque i suoi frutti nel campionato successivo. Ma erano altri tempi, c’erano altri entusiasmi e i giocatori erano ancora pagati in lire. Oggi invece tira un’altra aria, sia nel mondo che a Rieti, e per cambiarla… altro che ventilatori!!!
Insomma, l’impresa non è facile, ma le intenzioni paiono buone, soprattutto se i membri del cda del club, per dirla alla reatina, saranno un po’ meno “refriddi” nei confronti della palla a spicchi.
Come sempre, la cartina al tornasole (non quello riapparso nei cieli d’Italia da pochi giorni, ma quella conosciuta a scuola, se qualcuno aveva voglia di studiare chimica) sarà la squadra. Della quale, per ora, Martinelli ha rivelato solo che non sarà fatta da nemmeno un giocatore dell’anno scorso.
Ok, ci sta bene. Adesso però, caro Martinelli, per cominciare a fare sul serio, vogliamo conoscere quelli nuovi.
Come dire: no Martinelli no parti. Esatto, proprio con la “i”, nel senso di inizio. Se poi la “i” diventerà un “y” lo sapremo solo alla fine. Foto: Emiliano GRILLOTTI © 4 Agosto 2011