Ecco l’editoriale del mese di ottobre di Format, a firma di Stefania Santoprete.
C’è un urlo nella mia bacheca di Facebook, l’ho scelto come immagine profilo e racchiude l’insofferenza di molti. Di tutti coloro che ogni giorno guardano a questa terra e si chiedono ‘possibile?’. Possibile che con tanti doni elargiti a piene mani si stia ancora qui a dover ‘recontà le pecore’? Possibile che con tante belle intelligenze non sia possibile rimettere in moto questa città? Possibile non si riesca a rimediare ancora agli errori del passato? (Fallimento della Cassa per il Mezzogiorno, comunicazioni stradali penalizzanti – strade, autostrade, ferrovie – investimenti congelati, macchina burocratica elefantiaca, capannoni dismessi, e chi più ne ha più ne metta…). Possibile non si riesca a costruire un’economia alternativa alle barbabietole basandola su un patrimonio naturale, storico e religioso che avrebbe fatto gola a chiunque? Possibile non si riesca ancora a digitare su Google la parola ‘San Francesco’ vedendola collegata immediatamente alla Valle Santa, a Greccio?
Eppure sono in molti che, alzandosi ogni mattina, guardano al mondo con un sorriso affrontando con grinta nuova la giornata, chiedendosi come contribuire con un piccolo seme (un’idea, un’iniziativa, un gesto) a rendere migliore Rieti e la sua provincia. Non sono degli illusi, dei sognatori, degli sciocchi: sono persone ‘consapevoli’. Sono coloro a cui abbiamo dedicato lo scorso editoriale, gente consapevole che solo cambiando il proprio modo di pensare, di vedere, di affrontare la vita, può anche cambiare ogni altra cosa intorno. Giungere a questa maturità personale e civica non è cosa da poco quando non esiste il substrato favorevole. Loro meritano di più, meritano rispetto!
Ma cosa ha fatto questa Città? Anzi, quale malattia particolare ha contagiato i suoi abitanti? (fatte le dovute e comprensibili eccezioni). C’è sempre chi ‘dopo’ si lamenta per non essere stato coinvolto. c’è sempre chi voleva ma… non gliel’hanno permesso, c’è chi aveva il potere e attacca oggi chi lo ha, chi viveva in silenzio ma straparla da un social… Cosa c’è di costruttivo, di soddisfacente, nel continuare a sottolineare in senso dispregiativo ogni tentativo di “fare”? A quale risultato porta sottintendere una regia occulta, una doppia finalità, un interesse personale per ogni nuova azione smuova la quotidianità? Anche fosse, anche qualcuno andasse oltre il risultato immediato e se ne prefiggesse altri da cui possano scaturire benefici per la collettività ma anche personali, ebbene, questi ‘malignipensanti’ avrebbero forse soluzioni migliori? Sono finora stati in grado di apportare modifiche sostanziali alla nostra economia, al nostro turismo, alla nostra vita sociale? E allora TACCIANO! Lo sappiamo cosa non va, non viviamo nel ‘mondo dei Puffi’, ma cominciamo anche a ritenere sostanziale la parte di responsabilità attribuibile ad una mentalità ostica se guardiamo le vicende del nostro passato. Vogliamo tagliare questi lacci! Vorremmo riavere indietro la possibilità di ‘sperare’, di ‘credere’, di ‘disegnare un sogno’ e vorremmo poterla regalare ai nostri figli (forse è già troppo tardi? allora ai figli dei nostri figli!). Donare loro la libertà e la possibilità di sbagliare, perché si sbaglia solo se si fa e dai fallimenti c’è senz’altro da imparare. Vorremmo insegnare loro che rimanere immobili, attendere qualcuno che risolva i tuoi problemi per poi attaccarlo presupponendo di aver sempre saputo come fare meglio, è deleterio per noi e per gli altri. Se anziché contribuire alla polemica incessante, al vittimismo, all’osservazione maligna, usassimo le nostre energie per guardare con occhi nuovi a quanto accade di positivo, se ci trasformassimo tutti in testimonial convinti e orgogliosi della nostra terra almeno per quel che riguarda la sua bellezza, metteremmo in moto il Cambiamento. Di pessimismo, accidia, invidia, commiserazione non ne abbiamo bisogno, chiunque ripeta tali rituali negativi ci succhia sangue, tempo e ottimismo: via i vampiri! Vogliamo tornare alla luce. Urlatelo con noi! (Stefania Santoprete) Foto: FORMAT ©