Beh è ovvio e ce l’aspettavamo! È arrivata puntuale (strano, visto la scarsa regolarità con cui il sito della Diocesi viene aggiornato e del Meeting non ce n’è stata traccia) la sentenza che chiude tutti i discorsi da parte dell’organo ufficiale della Curia e del suo “responsabile” (a proposito, sapete che colui che si professa il responsabile del giornale della Diocesi non è un giornalista iscritto all’Albo?! Il direttore è Carlo Cammoranesi).
Dalla luna, il solerte “responsabile curiale” ci catechizza sul fatto che il Meeting con Rieti e i reatini non c’entra nulla, che i reatini hanno altro a cui pensare che stare appresso alle superstar dell’atletica e che comunque, tutto sommato, se vanno a fare i “portoghesi” non è per spilorceria o malcostume ma “solo” per curiosare una mezz’oretta in una faccenda che fondamentalmente non li riguarda. Poi il solerte “responsabile” sbeffeggia e prende in giro il sottoscritto e tra le righe anche RietiLife, come oramai da molto tempo e in troppi benpensanti editoriali, con fare non proprio cattolico, oserei dire! Ma una cosa la dice giusta, affermando – e i numeri lo dimostrano nonostante i denari che la Curia tira fuori – che il “suo” giornale viene letto da una sparuta minoranza di lettori e, fiero di questo, pubblica a corredo del suo splendido e illuminato editoriale la foto scattata da un punto di vista “anomalo”: e già, la foto è stata scattata proprio dal luogo in cui lui ha seguito il Meeting e cioè insieme ai “portoghesi”, categoria di cui fa parte e che nel suo commento difende strenuamente.
Caro moralizzatore curiale, al secolo David Fabrizi, è vero, noi di RietiLife il meeting lo aspettiamo tutto l’anno come fosse Natale, perché lo consideriamo parte della nostra storia personale e di quella della nostra città. Non voglio minimamente fare polemica tra me e te, né tra le nostre testate ma almeno potevi richiedere un accredito all’Ufficio Stampa del Meeting. Oppure hai avuto paura di ricevere un “no, grazie” visto che non sei nemmeno iscritto all’Albo? Ah no, nulla di tutto questo, solo una mezz’ora a sbirciare quelle superstar che sfrecciavano al Guidobaldi per poi rendicontare ai tuoi “sparuti” lettori. Ognuno si tenga i propri, di lettori. Così come le proprie idee. Ma non accettiamo prese in giro da chi vive di luce riflessa e scrive solo per fare prediche. EMILIANO GRILLOTTI