(di Stefania Santoprete) Nella mia pagina Facebook ho numerosi amici: persone che conosco direttamente, altre che mi hanno contattato perché ascoltatori in streaming. La mia Home quindi è variegata e coloratissima: si passa dai problemi alle occasioni gioiose, dall’ironia all’esasperazione, dal selfie (autoscatto! Non impauritevi!) al comunicato importantissimo. Scorrerla è come dare un’occhiata al mondo, tipi per tutti i gusti e tutte le occasioni. Ma più volte debbo soffermarmi a riflettere su dei post che solleticano l’attenzione e che sono frutto di considerazioni ed osservazioni puntuali e ineccepibili. Sempre più spesso, mi rendo conto che la speranza di tutti noi è riposta proprio in queste belle intellighenzie, gente comune, normale, che si alza al mattino e fa il proprio dovere ma con consapevolezza, respirando in sintonia col mondo che la circonda e che cerca di analizzare e comprendere. E allora mi viene voglia di incontrarli, tutti, di scoprire il loro punto di vista su questa città, su come potremmo traghettarla verso il Futuro, di conoscere da dove nascono i loro pensieri, attraverso quali esperienze hanno preso vita. Accarezzo il mio vecchio sogno, quello che mi ha portato a voler vivere in spazi grandi per aver la possibilità di incontrare più persone possibili, perché gli individui sono frammenti dell’intera umanità e portano dentro la scintilla della creazione: lo scambio non può che generare rinnovamento e nuove idee, mantenendoci in cammino. Ricordate i famosi ‘salotti letterari’ (bureaux d’esprit) dell’Illuminismo?
La vita reale è però altra e spesso si ferma ad una chat, ad una telefonata, ad un caffè preso in due. Mi accontento per il momento di una chiacchierata e ringrazio Stefano Scarani che ha dato il ‘là’ ed è stato complice di queste mie riflessioni partendo da un suo post domenicale “Nel prossimo programma elettorale preferirò chi .. “”Sosterremo durante l’anno con presentazioni pubbliche le eccellenze del territorio, che spiccano per la loro immagine a livello internazionale”: Ma quanto costa in fondo il Co-branding con 10 realtà eccellenti?” Lo contatto e ciò che diciamo è riassumibile in questa frase “La Politica è ciò che supera le distanze quando si tratta di intervenire nell’interesse comune e per lo sviluppo del territorio”.
Ma entrambi sappiamo quanto difficile sia l’applicazione di tale indicazione. Un luogo, un avvenimento, una manifestazione seppure in mano a privati, qualora se ne riconosca la validità, dovrebbe comunque essere ‘trainata’ dalle amministrazioni pubbliche che hanno il compito di valorizzarla e presentarla in tutte le occasioni (se ritengo che il Meeting sia un buon viatico, chiamerò il patron Giovannelli coinvolgendolo in ogni appuntamento internazionale o di promozione, altrettanto vale per la Rieti Sotterranea, per la Festa del Sole, per tutte le nostre peculiarità). A imporlo dovrebbe essere il comportamento del buon padre di famiglia lungimirante, e la meritocrazia, ovvero riconoscere ai singoli di aver sostenuto sacrifici, impiegato energie, per portare a compimento un progetto che potrebbe veicolare lo sviluppo del nostro territorio. Altrettanto varrebbe per le professionalità. Dei buoni amministratori dovrebbero saper riconoscere il ‘professionista’, valutarne le qualità, le capacità e le competenze, senza alcun preconcetto politico, superare gli schieramenti e stabilire alleanze nel tentativo di raggiungere il massimo risultato.
Così non è. La crisi ha messo in ginocchio l’economia, ma sta dando anche una grande lezione a chi non smette di lottare.
Molti privati sono stati costretti a svolgere anche compiti che credevano potessero essere di competenza pubblica (l’esempio della App del Terminillo è eloquente: nasce per volontà di un privato), ed altri stanno imparando a farlo. Come? Sostituendosi alle amministrazioni pubbliche nel dare risposte alle diverse esigenze, dimostrando che non tutto può essere giustificato dalla mancanza di fondi adeguati. Continuando, una volta raggiunto il proprio obiettivo, a migliorarlo, ampliarlo, ‘connetterlo’. Ci si ritrova, ci si coalizza si impara a lavorare ‘insieme’, a promuovere ciò che si fa, a farlo circolare in rete tentando di raggiungere nuovi mercati, nuove collaborazioni.
Il Co-branding è appunto una condivisione di marchi che fanno riferimento a proprietari differenti. Esistono territori in cui questi nuovi semi attecchiscono ed altri no.
La percentuale di commercianti, professionisti, artigiani che è ancora in attesa di risposte, provvedimenti, aiuti dalle istituzioni è probabilmente destinata a veder deluse le proprie aspettative. Chi non riesce a rimodulare la propria visione lavorativa potrebbe andare incontro a dolorose sconfitte. Il proprio orticello è ormai arido e non dà frutti: occorre escogitare nuove strategie, trovare i concimi giusti, provvedere alla rotazione delle colture, scambiare conoscenze ed esperienze con il proprio vicino e magari acquistare un nuovo terreno e lavorarlo in società.
Mors tua vita mea non regge più.
Foto: RietiLife ©