“Nemmeno l’indagine della procura di Firenze ha mai ipotizzato che le somme erogate dall’Unire agli ippodromi di Agnano, Tor di Valle e Cascine, siano state oggetto di una indebita privata appropriazione da parte degli amministratori o dei proprietari tra i quali il sottoscritto, e dunque dilapidati in ville ed auto di lusso, beni che non possiedo”. Così Gaetano Papalia replica dalle pagine del Messaggero di Rieti alla notizia del maxi sequestro da parte della guardia di finanza di Firenze relativa ad una presunta truffa ai danni dell’Unione Nazionale Incremento Razze Equine (leggi la notizia). “Rilevo – continua l’ex presidente della Sebastiani Basket e candidato sindaco di Rieti nel 2007 – dalla lettura del decreto di sequestro che l’accusa ipotizza l’occultamento all’Unire, da parte degli ippodromi, del proprio stato debitorio, l’esistenza del quale avrebbe fatto venire meno un requisito indispensabile per continuare ad essere concessionari del servizio ippico. In questo consisterebbe l’ipotizzata truffa. Un conto è essere accusato, in modo pretestuoso ed erroneo, che io abbia proseguito la gestione delle aziende-ippodromo, continuando a percepire negli ultimi cinque anni i fondi dell’Unire per quel servizio, altro essere accusato di avere organizzato una truffa per spendere il denaro in ville, macchine e bagordi. Sono certo, insieme all’avvocato (Giandomenico Caiazza, ndr), di fare emergere la mia estraneità”. Papalia ha anche annunciato di aver incaricato il suo legale di presentare un esposto al procuratore generale perché individui chi ha divulgato notizie non contenute nel decreto di sequestro. Foto: RietiLife ©