(da ilcentro.it) I corpi di Sergio, Antonello e Tonino non sono più nel cratere causato dall’esplosione che ha distrutto la fabbrica di fuochi d’artificio a Tagliacozzo. Sono terminate le operazioni di recupero delle tragedia avvenuta nell’azienda della famglia Paolelli in contrada San Donato. Vigili del fuoco, artificieri e operatori sanitari hanno potuto portar via da quell’inferno i tre corpi. Nell’obitorio di Avezzano sono state composte le salme di Antonio Morsani, 47 anni di Rieti, Antonello D’Ambrosio, 33 anni di Petrella Liri (frazione Cappadocia), e il figlio del titolare Sergio Paolelli, Valerio, di 37 anni. Contemporaneamente al recupero delle salme sono ripartite anche le indagini per comprendere le cause del disastro. La procura della Repubblica di Avezzano ha aperto un fascicolo al momento a carico di ignoti e nel quale viene ipotizzato il reato di omicidio colposo plurimo e disastro colposo. Le drammatiche operazioni di recupero. «Il corpo recuperato era distante 100 metri circa dal luogo dove si presume ci sia stata la prima deflagrazione», ha detto il sindaco di Tagliacozzo, Maurizio Di Marco Testa. Il sindaco come responsabile per Tagliacozzo della Legge Seveso ha confermato che nei mesi scorsi la ditta Paolelli aveva chiesto la possibilità di uno stoccaggio superiore di polvere pirica, il piano sarebbe stato predisposto ma non era ancora diventato operativo. Durante le operazioni di recupero il padre di Antonello D’Ambrosio, una delle tre vittime, ha avuto un malore ed è stato portato al pronto soccorso di Tagliacozzo. In mattinata il procuratore di Avezzano, Maurizio Maria Cerrato, ha effettuato un soprallugo nella fabbrica di fuochi d’artificio Paolelli per dare il via ufficiale alle indagini. Durante il breve sopralluogo il procuratore ha osservato l’operato di alcuni periti, tra cui uno balistico, nominato da lui stesso. Foto: dal web ©