“Caro presidente, ha l’obbligo morale di intervenire”. È quello che una pendolare reatina, ogni giorno alle prese con i disservizi del trasporto Cotral, ha scritto al governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, invitandolo a porre fine a quello che definisce “una vergogna”. Di seguito la lettera integrale. Gentile Presidente Zingaretti, le ho già scritto ieri un messaggio sulla sua pagina facebook ma, poichè mi dicono che da lì non arriveranno risposte, userò ogni mezzo per testimoniarle l’odissea quotidiana dei pendolari di Rieti e provincia, che lei oltretutto ben conosce. Mi vorrà dunque perdonare l’insistenza. Innanzitutto mi presento: sono una delle “mine vaganti” con cui ha scambiato alcune opinioni a Farfa. E mi permetto di osare tanto per due motivi: il primo è che vivo nella Regione Lazio; il secondo è che avuto il mio voto, insieme a quello di molti altri sognatori che speravano e sperano ancora in un cambiamento. Allego a questo “sfogo” documentazione fotografica a dimostrazione delle penose condizioni di vita dei pendolari reatini. Si riferiscono al viaggio della speranza di ieri ma possono tranquillamente valere per ogni giorno della settimana perché, caro Presidente, noi poveri disgraziati, senza aver commesso peccato alcuno – grazie a Cotral – a casa ci torniamo così. E le assicuro che dopo una giornata di lavoro, per chi più e per chi meno dura, non è affatto piacevole girovagare in mezzo alla via Salaria dove Cotral ci abbandona quotidianamente per guasti e rotture di ogni genere, sotto al sole, esposti a temperature disumane e insopportabili. E neanche è giusto nè possibile né più tollerabile!!! Siamo allo stremo e non ne possiamo più. Cotral è roba vostra e Lei ha l’obbligo morale ed istituzionale di intervenire subito in ogni modo e con ogni mezzo per porre fine a questa vergogna. Faccia qualcosa che abbia esiti e riscontri immediati. In attesa di una sua risposta che attendo con fiducia la invito nuovamente ad aiutarci con interventi tangibili e le porgo il mio augurio più sincero di una buona estate. A me e ai miei compagni di sventura rivolgo invece l’invito a resistere e l’augurio di sopravvivere. Elena Nicolò. Foto: Nicolò ©