Confartigianato Imprese Rieti ha preso parte al convegno “Turismi – Viaggiatori, Imprese e Territori” organizzato da Confartigianato presso la sede nazionale lo scorso 5 marzo, durante il quale è stato presentato il report “Economia e impresa del turismo. Le tendenze e i territori”, elaborato dall’Ufficio Studi della Confederazione su dati Istat.
Nel 2024 le presenze turistiche consolidano il robusto aumento del 2023, con una crescita del +2,5% rispetto all’anno precedente: l’Italia è la seconda destinazione turistica in Europa per numero di presenze, dopo Spagna, ma sale al primo posto per presenze turistiche nei mesi estivi giugno-agosto, contribuendo alla crescita del PIL del mare che in Italia è il più alto d’Europa: vale 820,8 miliardi di euro il PIL delle aree costiere italiane, superando i 736,7 miliardi di euro della Francia e i 627,8 miliardi di euro della Spagna.
Il convegno ha evidenziato quanto il cluster dell’artigianato sia interessato alla domanda turistica: sul versante dell’offerta, alla fine del 2024 le imprese artigiane operanti in settori di attività interessati dalla domanda turistica sono 186.781, pari al 14,9% dell’artigianato totale, e danno lavoro a 500.647 addetti.
Il Sistema Imprese di Confartigianato ha mostrato quali sono le attività che beneficiano maggiormente della grande vocazione turistica del nostro Paese: il comparto principale è rappresentato dalle 41.547 imprese operanti in altre attività manifatturiere e dei servizi (22,2% delle imprese artigiane in esame) che comprendono importanti attività dell’artigianato quali la produzione di gioielleria e bigiotteria, ceramica e vetro e cornici, la lavorazione artistica di marmo, ferro, rame e altri metalli, la fotografia, i servizi alle persone come, ad esempio, centri benessere e palestre e anche i servizi non veterinari per animali domestici.
Seguono le 38.130 imprese dell’Agroalimentare (20,4%) che produce cibo e bevande, prodotti per cui siamo famosi presso i turisti stranieri e la cui qualità permette al nostro Paese di primeggiare per numero di prodotti agroalimentari e di bevande alcoliche a denominazione di origine e a indicazione geografica riconosciuti dall’Unione europea. Sono 31.919 le imprese di Abbigliamento e calzature (17,1%) che contribuiscono al nostro successo nel mondo della moda che è tra i comparti più rappresentativi all’estero del made in Italy e dello stile italiano.
A seguire 30.968 le imprese del trasporto delle persone (16,6%) integrano l’offerta dello spostamento dei turisti, mentre 29.222 ristoranti e pizzerie (15,6%) e 13.550 bar, caffè e pasticcerie (7,3%) – insieme si tratta di 42.772 imprese e del 22,9% del comparto – mettono a disposizione dei turisti i prodotti di qualità prodotti dal comparto Agroalimentare contribuendo all’ospitalità. La grande novità dello studio è la crescita del turismo esperienziale in diverse province italiane, in media l’8,1% dei viaggi prevede una visita a laboratori artigiani e di produzione: l’incidenza più alta è a Fermo con il 29,3%.
L’analisi territoriale evidenzia che a livello regionale il peso dell’artigianato nei settori a vocazione turistica rappresenta oltre un quinto delle imprese artigiane della regione in Sicilia con il 21,0% e a seguire, con valori superiori alla media nazionale del 14,9%, si posizionano Campania con il 18,6%, Calabria con il 18,5%, Marche e Sardegna entrambe con il 17,5%, Lazio con il 17,4%, Toscana con il 17,1%, Basilicata con il 15,9% e Puglia con il 15,1%.
Per quanto riguarda Rieti, nella classifica delle Imprese artigiane in settori interessati dalla domanda turistica, la provincia reatina è 81enesima su scala nazionale, con 871 addetti nei settori interessati dalla domanda turistica. Frosinone è 72esima, Latina 91enesima, Roma 13esima e Viterbo 78enesima. Roma in primis e tutte le altre province laziali puntano però sulla spinta del Giubileo. Sui flussi turistici del 2025 vi potrebbero essere effetti positivi del Giubileo: nel 2000, anno del precedente evento giubilare, la spesa dei turisti stranieri aumentò del 12,0% su base annua, il tasso più elevato registrato nei ventidue anni precedenti alla pandemia (1998-2019). Difficile oggi quantificare l’impatto e le aspettative di un evento di questa dimensione può arrecare alle imprese del territorio.
Confartigianato Imprese Rieti mostra una fotografia variegata di come e quante imprese possano essere coinvolte, ma realmente quali giovamenti ne trovano è tutto da verificare. L’intento di cambiare volto alla Città capoluogo, un obiettivo voluto in primis dal Sindaco Sinibaldi, per certi versi condivisibile, si presenta come un cantiere aperto i cui lavori si concluderanno in date vicine alla chiusura del Giubileo, pertanto gli effetti saranno di poca entità. Diverso invece l’impatto nei comuni che potranno contare sui “cammini” e sui santuari, Greccio e Poggio Bustone in testa. La Regione Lazio, pur avendo come meta preferita Roma, non pare essere molto ambita, i turisti trovano infatti poco attrattive le altre province che navigano negli ultimi posti nella classifica nazionale.
“Già l’ultimo Giubileo ci lasciò con l’amaro in bocca – dice Maurizio Aluffi Direttore di Confartigianato Imprese Rieti – il nostro territorio fu toccato marginalmente dai grandi flussi turistici. Le cause? Probabilmente la promozione del territorio persegue canali che non arrivano ad attrarre i turisti, ma anche la ricettività lascia a desiderare. Uno studio di qualche anno fa evidenziava come a Greccio transitassero dai 350.000 ai 400.000 visitatori che però, visto il Santuario, “scomparivano” senza lasciare traccia, senza nemmeno sfiorare il borgo, un mordi e fuggi, economicamente devastante. Credo – continua Maurizio Aluffi – che bene abbia fatto il Comune di Rieti ad attuare una sorta di gemellaggio con L’Aquila, che è la Capitale Italiana della Cultura 2026, con cui condividerà una serie di eventi. Grazie al contributo statale di un milione di euro, si potranno valorizzare, per il periodo di un anno, i caratteri originari e i fattori che determinano lo sviluppo culturale, inteso come motore di crescita dell’intera comunità. Un’occasione unica, conclude il direttore di Confartigianato, per proporre un modello di valorizzazione del territorio e del patrimonio culturale, artistico e naturale, che miri al recupero dell’identità, puntando sulla cultura come valore di crescita”.