Presso l’Università delle Tre Età (Unitre) di Rieti è stato attivato un corso di Lettura ad Alta Voce, proposto da Manuela Marinelli. Varie sperimentazioni hanno dimostrato che leggere ad alta voce potenzia le abilità cognitive e di comprensione; migliora la memoria, stimola e arricchisce il linguaggio, sviluppa la creatività. Tutto questo è possibile perché noi tutti siamo fatti di storie, ci definiamo attraverso aneddoti e racconti. Narrare è un istinto primordiale dell’essere umano ed è un buon antidoto contro l’analfabetismo disfunzionale. Ormai quasi tutti leggono in modo corretto le parole ma, quando il testo è lungo, e nella frase compaiono incise e subordinate, molti ne perdono il senso.
Come nel teatro, la lettura ad alta voce comporta una immedesimazione nei personaggi permettendo di sperimentare stati d’animo sconosciuti, però all’interno di un contesto tranquillizzante, contribuendo così alla costruzione e al rafforzamento dell’alfabetizzazione emotiva. Leggere ad alta voce ci insegna a modulare la voce, cambiando il tono, il volume, il timbro e il ritmo. Ci fa scoprire il nostro respiro e l’emissione dei suoni, come nel canto. Permette di superare la timidezza e aumenta l’autostima.
La lettura in generale, quindi anche quella ad alta voce, stimola la fantasia e la creatività perché il lettore deve immaginare luoghi, personaggi e situazioni, creandoli nella propria mente. Ma soprattutto la lettura ad alta voce è divertente e imparare divertendosi è il metodo di apprendimento più efficace che esista. La scelta di leggere un racconto sconosciuto ha facilitato la creatività, sganciandola da rappresentazioni già sperimentate.