Nel 2024 il Museo Civico di Rieti ha registrato un incasso (vendita biglietti) complessivo di 7.070,50 euro, segnando un calo di circa il 4% rispetto all’anno precedente, quando le entrate si erano attestate a 7.384 euro (fonte: Albo Pretorio Comune di Rieti). Una flessione che, sebbene non drammatica, evidenzia dati preoccupanti per una realtà culturale che dovrebbe essere un punto di riferimento per il territorio, soprattutto in vista del 2026 quando Rieti avrà un ruolo, anche se secondario, nelle celebrazioni de L’Aquila Capitale italiana della Cultura. lo studio è stato pubblicato da Open Rieti.
Andamenti altalenanti nel corso del 2024: si registra un picco di 1.534 euro a febbraio, mentre gennaio segna il valore più basso con appena 84 euro. Media mensile: 589 euro.
Il biglietto d’ingresso, fissato a 4 euro per ciascuna delle due sezioni del museo (Archeologica e Storico-artistica), è economicamente accessibile, ma da solo non sembra essere un incentivo efficace per aumentare il numero di visitatori paganti. Mentre altre città italiane investono in eventi, mostre temporanee di richiamo e collaborazioni con istituzioni di livello nazionale e internazionale, Rieti sembra limitarsi a una gestione ordinaria. Un esempio è la mostra dedicata a Clotilde Sabucchi, un’artista poco nota, la cui capacità di attrarre visitatori e studiosi da fuori città risulta limitata.
Il museo rischia così di trasformarsi in uno spazio frequentato quasi esclusivamente dalle scuole reatine – va riconosciuto il valore delle attività didattiche organizzate – e da pochi appassionati, invece di diventare un motore di crescita sociale e culturale per la città. L’amministrazione comunale ha il dovere di invertire questa tendenza, investendo in programmazione culturale, promozione e iniziative capaci di far uscire il Museo Civico di Rieti dall’ombra, tanto più in una città sempre più frequentata da studenti unversitari. Perché la cultura non è solo conservazione, ma anche capacità di dialogare con il presente e attrarre il futuro.