Al Liceo Varrone, sezione classica dell’IIS Jucci di Rieti, il 14 gennaio si è tenuto nell’Aula Magna un incontro, curato dalla professoressa Ines Millesimi, con il Prof. Tomaso Montanari, storico dell’arte e Rettore dell’Università degli Stranieri di Siena.
La videoconferenza on line aveva lo scopo di approfondire l’art. 9 della Costituzione italiana e rientrava negli argomenti disciplinari di Educazione Civica. Dopo un accurato approfondimento in classe sul tema e sul recente ampliamento dei commi (2022) con l’aggiunta di termini come ambiente, biodiversità, ecosistemi e salvaguardia degli animali anche nell’interesse delle future generazioni, le classi liceali dell’ultimo anno si sono poste molto interrogativi per comprendere l’interazione nel tempo tra paesaggio, patrimonio culturale e ambiente, soprattutto alla luce dei veloci cambiamenti, non sempre positivi soprattutto in termini di tutela e accessibilità. Musei e chiese a pagamento per una visita dei loro capolavori, beni paesaggistici e panorami minacciati da interventi dell’uomo considerati strategici per l’economia e per l’uso dell’energia, preferenza del digitale e della riproducibilità tecnologica e multimediale delle opere d’arte rispetto ai capolavori di un tempo: questi alcuni nodi su cui riflettere. Per questo l’intervento del Prof. Montanari è stato estremamente interessante e formativo, poiché le generazioni future dovranno essere i futuri decisori della pianificazione degli interventi, della gestione dei territori, della conservazione e valorizzazione dei beni storico-artistici. Con quali prospettive? Rispondendo dopo il prologo a tutte le loro domande, il Prof. Montanari ha ricordato l’importanza del patrimonio culturale come bene comune imprescindibile, un bene che appartiene a tutti e su cui ogni cittadino, come uno specchio, ha la possibilità di riflettersi, ponendosi la domanda: cosa ha ancora da dirmi la Venere di Botticelli? Le sue imperfezioni sono le imperfezioni che troviamo nei nostri corpi che naturalmente cambiano e che noi, invece, vogliamo sempre più somiglianti a modelli innaturali e a ideali di discutibile perfezione?
Anteponendo il valore del rispetto a quello del possesso, Montari ha raccontato con pacatezza e fluidità argomentative sorprendenti alcuni episodi della sua giovinezza e di come anche una donna semplice del secolo scorso, che abitava nella campagna fiorentina, quando veniva in città si sentisse parte di Palazzo Pitti e dei più importanti palazzi rinascimentali proprio perché calpestava quello stesso selciato e guardava quelle stesse pietre e forme di secoli fa.
Ha concluso che nel patrimonio artistico italiano è concretamente tangibile la biografia spirituale di una nazione e i giovani, se sapranno sviluppare lo spirito critico non omologante, saranno custodi responsabili. Una lezione sull’art. 9 conclusa in uno scroscio di applausi.