Padre Lucio Boldrin indagato: “Pizzini ai detenuti di Rebibbia”

Pizzini, comunicazioni superando le norme carcere e favorire i detenuti in attesa di giudizio. La notizia dell’indagine su Padre Lucio Boldrin, cappellano del carcere di Rebibbia Nuovo Complesso, ha destato clamore non solo a Roma ma anche a Rieti, dove il religioso ha vissuto per anni presso la casa degli ex Stimmatini. Proprio nella città sabina, Padre Lucio si era distinto per il suo impegno sociale; non molto tempo fa è intervenuto anche nel dibattito sul campo sportivo dedicato a Kobe Bryant, in uno dei suoi tanti post social.

Secondo quanto riportato da Repubblica, Padre Lucio è sotto indagine per favoreggiamento. L’accusa è di aver stampato e consegnato messaggi ricevuti tramite WhatsApp e sms da familiari ai detenuti in attesa di giudizio, bypassando le rigide normative che regolano le comunicazioni carcerarie. Ieri mattina il sacerdote è stato fermato all’ingresso del carcere; perquisite la sua abitazione, i locali della cappella e altri spazi del carcere. Sequestrati il suo computer, telefoni e documenti, ora al vaglio degli inquirenti.

Noto per la sua dedizione agli ultimi, Padre Lucio aveva accolto Papa Francesco a Rebibbia nelle scorse settimane, per l’apertura di una delle Porte Sante del Giubileo.

Foto: RietiLife ©

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