“Vogliate bene alla vostra vita e, come disse Papa Giovanni Paolo II, fatene un capolavoro”. Si è chiusa con questo messaggio l’intervista realizzata dagli studenti del Laboratorio di Giornalismo della scuola media “Angelo Maria Ricci” al Vescovo di Rieti, Mons. Vito Piccinonna, accolto oggi nei locali dell’aula magna dal dirigente scolastico Paola Testa e da alcune rappresentanze di alunni e docenti dell’Infanzia, delle Elementari e delle Medie dell’Istituto Comprensivo reatino. E’ stata un’ora intensa di botta e risposta in un clima di grande empatia tra sorrisi, sguardi intensi ed applausi.
Come è maturata la sua scelta di dedicarsi alla vita ecclesiastica?
“Dico spesso che mi ritrovo prete per colpa di un panzerotto. C’era un mio zio che frequentava la parrocchia ed un giorno mi invitò in occasione di una festicciola dicendomi: “Vieni che ci sono i panzerotti!”.Andai e pian piano mi sono inserito divenendo prima chierichetto e poi frequentando sempre più spesso il parroco che si spendeva generosamente per tutti. Fu lui a ispirare la mia scelta”.
Come si sente ad essere il Vescovo più giovane d’Italia?
“Ne sono onorato, anche se la mia più grande gioia è stata quella di essere stato un parroco a contatto con la gente, un prete di strada. Ma quando il papa chiama non si può dire di no. E’ accaduto il 18 novembre 2022 ed è stato un giorno importante e difficile”.
Ha riscontrato delle differenze in termini di partecipazione religiosa da parte dei fedeli tra Bitonto e Rieti?
“Sì, al di là della diversa conformazione territoriale, le differenze non mancano. Le parrocchie in Puglia si riempiono ancora e i giovani si riuniscono. A Rieti non è la stessa cosa e devo dire che il coinvolgimento con i ragazzi mi manca un po’. Anche le feste religiose sono più partecipate, qui invece la secolarizzazione è arrivata da tempo”.
In che modo collabora con i sacerdoti, con i diaconi e con gli altri membri del clero della Diocesi?
“Il 21 gennaio compirò due anni da Vescovo. Da quando mi sono insediato ascolto il terriorio per meglio conoscerlo e questo mi aiuta a condividere la mia missione con i sacerdoti, i diaconi e gli altri membri del clero. Ci incontriamo periodicamente e viviamo insieme diversi momenti comunitari”.
Quali sono stati i momenti più significativi della sua esperienza vescovile?
“Tra le esperienze più belle c’è sicuramente l’incontro con le scuole. Il fascino dei vostri occhi è impagabile e noi più grandi abbiamo una grande responsabilità verso i vostri occhi. Del resto, sapete chi sono i nuovi poveri? Sono i giovani perché a loro è rubato il futuro che resta una grande incognita. Poi ci sono le visite in ospedale ed in generale le relazioni con il prossimo”.
Quali sono le sfide più importanti che affronta da Vescovo?
“Sono diverse. Mi stanno a cuore il terriotorio, la vita delle persone, il cercare di servire al meglio la comunità ma anche la ricostruzione per la parte religiosa che ci compete”.
Tante belle parole ed altrettanti importanti spunti di riflessione sono scaturiti dall’incontro degli alunni con Mons. Vito Piccinonna in una mattinata decisamente diversa dalle altre, intervallata dalla recitazione di poesie, da una simpatica messa in scena in lingua straniera e dall’esibizione particolarmente applaudita dell’orchestra, diretta dal prof. Federico Micheli, che ha eseguito il brano “Cinema Serenade”.
Gli alunni del Laboratorio di Giornalismo (Nicolo’ Campomaggi, Adriano Guarnacci, Sophia Artami, Giorgia Frattali, Lorenzo Saburri, Giosuè Di Lorenzo)