“Fantàsia non è morta”: favola vera di un progetto didattico all’IIS “Luigi di Savoia”

Nelle scorse settimane gli alunni dell’IIS “Luigi di Savoia” hanno avuto l’occasione di confrontarsi con una loro collega, Gabriella Avila, autrice del racconto Sant’Andrea pubblicato con la casa editrice Albatros Il Filo. Il progetto didattico promosso dalla preside Raffaella Giovannetti e dalle insegnanti della giovane autrice, prima fra tutte la prof.ssa Maria Ludovica Faraglia, ha permesso agli alunni delle varie classi di approcciarsi al mondo della scrittura e dell’editoria e di dare libero sfogo alla loro creatività.

Partendo proprio dal suo racconto fantasy, Gabriella ha dialogato a lungo con i suoi compagni di scuola offrendo loro uno spaccato della sua vita e dei suoi sogni. Ogni opera di narrativa che si rispetti contiene al suo interno una parte dell’animo del suo autore ed è proprio questo che la rende speciale. Condividendo il suo racconto con i suoi compagni, Gabriella li ha accolti nel suo mondo dando loro numerosi spunti di riflessione.

Nel corso degli ultimi due eventi, con gli studenti delle classi prime e seconde di Rieti e di Città Ducale, numerose sono state le domande sorte spontaneamente fra il pubblico: domande sul perché dell’opera, su cosa l’autrice facesse nel suo tempo libero, sul suo sentirsi o meno una scrittrice dopo aver pubblicato il primo libro – insomma, domande all’apparenza semplici ma che rivelano un interesse genuino nei confronti del racconto di Gabriella e del mondo della scrittura. Come nasce un libro? Ma soprattutto, perché nasce un libro? Perché Kira, la protagonista di Sant’Andrea, si tramuta proprio in una creatura dei boschi? Perché scrivere un racconto così fantasioso pieno zeppo di creature magiche che non esistono? Cos’è il fantasy? Anzi, meglio ancora, perché il fantasy?

In un mondo che corre sempre più verso una rappresentazione della realtà mediata da supporti digitali video e audio, a volte si è portati a credere che la fantasia degli individui che lo abitano sia morta e sepolta – niente di più sbagliato. Tutte le domande fatte dai compagni di classe di Gabriella, le loro facce incuriosite, le loro facce stranite o persino perplesse, mostrano come ancora oggi dei racconti fantastici, che erroneamente a parer mio vengono bollati da molti come «cose da bambini», possano lasciare un segno in chi vi si imbatte.

La parola chiave di tutto questo è proprio ‘fantasia’. Parafrasando le parole di un grande scrittore, Fantàsia è quel regno dove ogni cosa diventa possibile, dove le storie del mondo reale si mescolano con le storie di un mondo immaginario ma ugualmente vero. Nel suo romanzo, La storia infinita, Michael Ende ci mostra una Fantàsia in declino, un regno dove ogni cosa crolla davanti al nulla che dilaga. Fantàsia muore. Perché Fantàsia muore? Perché nessuno crede più nel potere della fantasia. Quand’è che Fantàsia muore? Quando si smette di sognare, quando si smette di credere in qualcosa che non si può vedere. Persino in un mondo come il nostro, dove tutto è stimolo immediato, dove apparentemente ogni sogno è reso vano dalle infinite possibilità che abbiamo davanti, persino in un mondo del genere c’è ancora posto per la fantasia. Fantàsia non è morta, lo hanno dimostrato Gabriella e i suoi stessi compagni di scuola che, dopo aver ascoltato il suo racconto, hanno disegnato degli animali fantastici di loro invenzione, tante piccole chimere a cui hanno donato vita, nome e in alcuni casi anche parola. Alcuni dei compagni di Gabriella hanno preso questo laboratorio di disegno creativo come un’occasione in più per svagarsi prima di riprendere le lezioni ordinarie, altri invece l’hanno preso più sul serio, ma resta comunque il fatto che tutti loro, dal primo all’ultimo, si siano messi d’impegno per dar vita a qualcosa di nuovo, proprio come Gabriella aveva fatto scrivendo Sant’Andrea.

Grazie all’aiuto della sua prof.ssa. Renata Ciancarelli e al supporto dei suoi genitori, Gabriella ha messo su carta i suoi sogni, dando così il la a questo progetto didattico che a prima vista potrà sembrare poca cosa ma che in realtà vuol dire tanto.

Nel suo piccolo, l’esempio di Gabriella e dei suoi compagni ci mostra la via da seguire: attraverso la creatività è possibile dare vita a qualcosa di nuovo, attraverso la fantasia è possibile imparare qualcosa di nuovo rendendo la cosa meno noiosa e più interessante – è proprio la fantasia a rendere possibile tutto ciò. Proprio per questo Fantàsia non è morta, proprio per questo Fantàsia vive ancora.

di Marco Alimandi, redattore per conto del Gruppo Albatros Il Filo

Print Friendly, PDF & Email

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*

 

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.