Lettera accorata di un lettore. Loreto, 61 anni, originario di Leonessa ma residente a Vazia, lancia un accorato appello per una situazione che lo sta mettendo alle strette sia economicamente che psicologicamente. Loreto racconta di essere divorziato da 15 anni, padre di due figli di 27 e 30 anni che lavorano entrambi da giovani, ma senza regolari contratti assicurativi. “Con la mia ex moglie avevamo concordato che avremmo provveduto economicamente ognuno a un figlio, ma la parola data non è stata rispettata. Questo ha portato a una serie di conseguenze legali che mi stanno distruggendo”.
Negli ultimi anni, Loreto ha ricevuto richieste di pagamento per un ammontare complessivo di 40.000 euro. “Sono stati eseguiti atti di ipoteca sui miei beni e blocchi sui conti correnti, compreso quello su cui ricevo la mia pensione di invalidità al 100%. Questo nonostante le normative dicano che tali pensioni non possono essere ipotecate”. La situazione si aggrava ulteriormente per le condizioni di salute della madre di Loreto, anch’essa invalida al 100% e non autosufficiente. “Mia madre vive con una bombola di ossigeno 24 ore su 24, è costretta al pannolone e necessita di cure e alimenti specifici. Per facilitarle la gestione delle spese, abbiamo cointestato un libretto postale, ma anche questo è stato preso di mira”.
Loreto sottolinea come la sua famiglia non abbia più risorse per far fronte alle necessità quotidiane, dai medicinali ai beni di prima necessità. “Non abbiamo un centesimo in casa. Ho bisogno di medicinali non mutuabili e mamma necessita di cure e alimenti particolari. Mi basta anche solo un pezzo di pane e acqua, ma le sue esigenze non possono essere ignorate”. Chiede aiuto non solo per risolvere la sua drammatica situazione economica, ma anche per portare alla luce un problema che ritiene ingiusto e potenzialmente illegale. “Chiedo che qualcuno legga la mia storia e faccia un passo indietro. Non possiamo più andare avanti così. Eppure, le pensioni di invalidità non dovrebbero essere ipotecabili: perché è successo a noi?”
Loreto spera che, attraverso la pubblicazione della sua storia, qualcuno possa offrirgli sostegno o indicargli una strada per uscire da questo incubo. “Spero che qualcuno ascolti il mio appello e ci aiuti a sopravvivere”.
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