Maltrattava 39 cani, l’associazione Stop Animal Crimes si costituisce parte civile: “Chiediamo giustizia”

“L’Associazione Stop Animal Crimes Italia si è costituita parte civile nel processo a carico di P.F. 53 anni e che si avvia presso il Tribunale di Rieti – scrive in una nota l’associazione Stop Animal Crimes – Il Magistrato ha concluso le indagini notificando all’imputata il decreto di citazione diretta a giudizio, dopo che ad aprile i Carabinieri Forestali di Rieti avevano eseguito un controllo presso la struttura allevamento di Rieti, denunciando la donna per il delitto di maltrattamento animali, trovando 39 cani detenuti nei box tra le proprie feci, acqua torbida, odori nauseabondi e animali con ferite e lesioni”.

E continua: “Stop Animal Crimes Italia seguirà il processo per fornire il proprio contributo affinchè tali condotte vengano severamente punite, considerando che sono moltissime gli allevamenti di cani abusivi dove cani spesso di dubbia provenienza – magari dal traffico illecito dell’est – vengono sottoposti a maltrattamento.  Oltre al processo penale che dovrà affrontare l’allevatrice, erano state comminate sanzioni amministrative per 4000 euro per violazioni circa l’obbligo del microchip e variazione di proprietà.
Il fenomeno del commercio di cani di razza e relativi allevamenti rappresenta un fenomeno illegale diffuso su tutto il territorio nazionale che, a causa di una legge del 1994 dalle maglie molto larghe così come i regolamenti regionali in materia, sottopone a maltrattamento e sfruttamento economico migliaia di cani e gatti; le leggi in materia, infatti, si limitano a fare un distinzione tra allevamenti amatoriali e professionali dove il confine è il numero di fattrici, massimo 5 per gli amatoriali e oltre i 5 per i professionali. Ed ecco che basta intestare i cani a parenti e prestanome o vendere il cucciolo intestando il microchip direttamente all’acquirente che, complicità l’assenza di controlli preventivi adeguati, il gioco è fatto e il benessere animale è puntualmente sacrificato alle logiche del profitto.
Ringraziamo i Carabinieri Forestali di Rieti ma chiediamo alle Istituzioni preposte maggiori investimenti in materia, poichè gli allevamenti professionali spacciati per amatoriali sono a migliaia in tutta Italia e altrettanti animali ne sono vittime innocenti” conclude la nota di Stop Animal Crimes Italia.
Foto: Stop Animal Crimes Italia ©
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