La Stazione Carabinieri di Cantalice, al termine di attività investigativa, ha denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Rieti un settantenne romano, ritenuto responsabile del reato di truffa aggravata. Le indagini sono state avviate a seguito della denuncia presentata da un’anziana del luogo che si è rivolta ai Carabinieri dopo essersi accorta di essere stata raggirata da un uomo che, alcuni giorni prima, indossando un’uniforme blu, si era presentato presso la sua abitazione dove le offriva l’acquisto di un servizio di vigilanza privata.
In quell’occasione, l’uomo, facendo leva sul timore dell’anziana riguardo alla possibilità di subire un furto, le proponeva di sottoscrivere un contratto che riportava il logo e l’intestazione di un istituto di vigilanza realmente esistente, con sede in Toscana. Dopo aver ricevuto il rifiuto da parte della donna, l’uomo, che pure era effettivamente un broker seppure occasionale per il citato istituto di vigilanza, ha utilizzato i dati personali della signora, acquisiti durante il loro breve incontro, e, all’insaputa dell’anziana, mediante una firma apocrifa, ha sottoscritto il contratto per la fornitura del servizio, riuscendo così a ottenere dalla società, risultata poi completamente estranea ai fatti, il compenso previsto per la chiusura di nuovi contratti.
Dopo alcune settimane, la donna ha iniziato a ricevere, via posta, una serie di bollettini relativi al pagamento del servizio di vigilanza, in realtà mai richiesto. Solo in quel momento si è resa conto di essere stata truffata e ha deciso di rivolgersi ai Carabinieri. I militari dell’Arma, ricevuta la notizia di reato, hanno in breve tempo ricostruito l’accaduto, identificando e denunciando il responsabile, il quale, tra l’altro, risulta già gravato da alcuni precedenti di polizia per fatti analoghi.
Nell’occasione, il Comando Provinciale di Rieti invita i cittadini a segnalare qualsiasi circostanza anche solo potenzialmente riconducibile ad un tentativo di raggiro, al fine di consentire l’avvio immediato di indagini, recandosi presso il presidio dell’Arma più vicino o contattando direttamente il Numero Unico di Emergenza 112.
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