(di Valentina Fabri) Ad inizio ottobre era stata Repubblica ad accendere i riflettori sul degrado che aveva invaso il campo degli Stimmatini (leggi), dove tanti anni fa, un giovanissimo Kobe Bryant muoveva i primi passi nel mondo del basket. Un luogo che, nonostante l’abbandono, custodisce una storia unica e straordinaria, che di certo non può meritare il grigio: ora la rinascita, con quel viola e giallo della famosa maglia che ha accompagnato il Black Mamba nella sua intera carriera, i Los Angeles Lakers, che restituirà alla città un pezzo della sua storia sportiva e culturale.
L’iniziativa nasce dall’obiettivo condiviso di valorizzare un luogo che ha segnato l’inizio della leggenda di Bryant. Suo padre, Joe, negli anni ’80 giocava nella Sebastiani Rieti, portando con sé la famiglia e trasmettendo la sua passione al figlio. Kobe, con il suo pallone, trascorreva ore su quel campo, affinandosi e costruendo le basi di una carriera che lo avrebbe portato a diventare uno dei più grandi cestisti di tutti i tempi. Il campo degli Stimmatini, dunque, non è solo un luogo fisico, ma un simbolo che oggi torna alla luce con un nuovo significato.
Il progetto di riqualificazione, fortemente voluto dalla Real Sebastiani, coinvolge la comunità locale, desiderosa di riportare in vita uno spazio fondamentale per i giovani, come è stato per il campo da gioco di San Liberatore a lui dedicato.
L’obiettivo è creare un ambiente sicuro e moderno, dove i ragazzi possano coltivare i loro sogni sportivi, ispirandosi proprio a quella passione che animava il giovane Kobe, calcando lo stesso cemento che ha visto nascere il 24 più famoso del mondo. La Diocesi di Rieti ha supportato il progetto, riconoscendo il valore sociale ed educativo dello sport.
Un’opportunità per trasmettere i valori dell’inclusione, del rispetto e della condivisione che lo stesso Kobe ha vissuto nei suoi anni a Rieti e che ha trasmesso alle vecchie e nuove generazioni. I lavori inizieranno a breve, con l’obiettivo di restituire alla città uno spazio che, oltre a ricordare la storia di Kobe, possa diventare un luogo d’incontro e crescita per tanti piccoli atleti – e magari futuri campioni – e cittadini di Rieti. Sulle orme del Black Mamba.
Foto: Valentino FABRI ©