Bonus 110 e accolli, USR Lazio a passo di lumaca e ritardi biblici nei decreti, scarsa partecipazione popolare nelle decisioni ma enormi responsabilità in capo ai cittadini: tutte le criticità di una ricostruzione mai partita, messe sul tavolo dal Comitato nell’incontro con il Commissario Guido Castelli.
Il Bonus 110 scadrà a dicembre 2025, poi – ha detto Castelli – si cercherà di incrementare il contributo parametrico, ma resta cruciale il nodo degli accolli: Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto non hanno potuto utilizzare al meglio questo strumento perché rase al suolo, per le estreme difficoltà di redazione dei progetti e del reperimento delle ditte, per le difficoltà di cantierizzazione ed accesso. È indispensabile, ha detto il Comitato, avere un occhio di riguardo per chi ha subito la devastazione totale, questa condizione non può in nessun modo essere paragonata alla situazione di altre zone in cui i danni lievi hanno consentito un più facile uso del 110. Non si può chiedere ai cittadini di paesi rasi al suolo di mettersi le mani in tasca e pagare gli accolli, significherebbe colpire un’altra volta al cuore le aree più sofferenti.
Non si può nemmeno aggredire imprese e tecnici e non riconoscere, invece, lo stallo in cui versa l’USR Lazio, che è una criticità con cui è necessario fare i conti. Il Comitato ha sottolineato come tra USR Marche e USR Lazio vi sia una enorme differenza nei tempi di erogazione dei SAL, con gravi danni per le imprese. Si parla di una differenza abissale, con le Marche che erogano entro 30 giorni e il Lazio che per farlo ci mette 5/8 mesi: non si comprende il motivo di tempi così diversi quando, per la semplificazione prevista dal TUR, gli USR non devono effettuare una disamina completa delle pratiche ma solo a campione. Occorre una circolare esplicativa in grado di dare indirizzi speditivi agli USR. Castelli ha riconosciuto la gravità della situazione, ha spiegato che il personale dell’USR Lazio sarà incrementato e ha ammesso che nel segmento laziale di Amatrice e Accumoli la ricostruzione è ancora molto indietro rispetto agli altri Uffici Speciali.
Altro nodo critico è quello dei PSR di Amatrice e Frazioni: il Commissario ha detto di aver finanziato un incarico tecnico per “far dialogare” i sei PSR di Amatrice, ma il Comitato ha ricordato che i quattro PSR delle Frazioni sono stati approvati a dicembre 2022 nelle more dell’approvazione delle osservazioni presentate dai cittadini, che ad Amatrice centro il PSR è stato approvato con 14 pagine di osservazioni della Soprintendenza, che i cittadini e i tecnici che devono lavorare sul territorio non ne conoscono i contenuti perché non è mai stato pubblicato dal Comune di Amatrice, al punto che i tecnici hanno difficoltà nell’asseverare difformità col PSR vigente e la stessa cosa rischia di verificarsi per le Frazioni, dove cittadini e associazioni hanno presentato osservazioni mai esaminate. La mancanza di partecipazione dei cittadini ai PSR, come previsto dal TU, rischia di esporre questi procedimenti a dichiarazioni di nullità.
Ma il Comitato ha rilevato come, del resto, vi sia una totale indifferenza sulla partecipazione dei cittadini anche quanto alla ricostruzione delle opere pubbliche: tutte quelle gestite da USR Lazio sono in gravissimo ritardo e i cittadini non vengono coinvolti se non a cose fatte. Ci si chiede cosa può saperne, un tecnico incaricato dall’USR, della complessità del territorio basandosi solo sui dati cartacei presenti. È stato chiesto al Commissario di condividere i progetti prima che siano approvati e mandati in gara, è necessario e rispettoso che i cittadini conoscano lo stato delle opere pubbliche di Amatrice, di sapere quali sono le criticità per cui il tunnel dei sottoservizi di Amatrice è fermo, perché l’unica opera che si sta cantierizzando sia il Municipio, che non è assolutamente prioritario oltre che interferente. Il Comitato ha fortemente sottolineato il fatto che la partecipazione dei cittadini prevista dalla normativa sia del tutto assente ad Amatrice, mentre in Abruzzo la filiera istituzionale delle opere pubbliche è volta a tutelare l’identità e la memoria collettiva. Non si contesta la scelta di una architettura contemporanea o il “come era dove era”, ma è indispensabile una condivisione con la popolazione per evitare di ricostruire un territorio nel quale i cittadini non si riconoscono. Su questo aspetto il Commissario ha ammesso che ad Amatrice occorrerebbe essere più attenti.
Infine: l’art. 59, co. 10, del Testo Unico. Una norma che preoccupa, perché dice che se non vengono rispettati i termini di fine lavori come previsto dal decreto di finanziamento, lo Stato può rivalersi sul proprietario per la restituzione di quanto erogato. Insomma: il proprietario ha un ruolo all’inizio, nella fase della formazione del consorzio (scelta del presidente, del progettista, dell’impresa), poi non più, perché tutto va nelle mani del tecnico, dell’impresa e dell’USR che deve emanare i decreti (con i tempi che abbiamo visto). Se in questa fase qualcosa va storto, però, poi tutto finisce sulla testa del proprietario: lo Stato non può che revocargli il contributo e farsi restituire gli importi erogati. Il proprietario potrà solo rivalersi sulla ditta, se avrà inserito nel contratto penali spesso inaccettabili. Un cane che si morde la coda, un meccanismo perverso che, ancora una volta, colpisce il cittadino. Si tratta di una questione molto delicata, di cui il cittadino spesso non è neppure consapevole, che potrebbe esplodere costituendo un ulteriore enorme macigno su una ricostruzione già molto compromessa.
Il Commissario ha preso una serie di impegni con il Comitato, tutti con esiti a strettissimo giro:
– Aumento organico USR Lazio e sollecitazione a velocizzare l’emissione dei decreti
– Analisi delle complessità derivate dall’Art. 59, co. 10 del TU e possibili modifiche e soluzioni
– Relazione sullo stato attuale delle opere pubbliche
– Favorire l’accesso di nuove imprese per evitare il cartello tra quelle attualmente presenti sul mercato
– Attenzione a favorire il più possibile la partecipazione dei cittadini alle scelte da compiere per il territorio
L’impegno del Commissario Castelli è di fare il punto su tutte queste criticità ad un mese dalla riunione del 17 ottobre scorso. Sarà cura del Comitato 3.36 informare in maniera circostanziata la popolazione degli sviluppi.