“Il carcere è una polveriera pronta ad esplodere”: i sindacati di Polizia Penitenziaria protestano: ascoltateci | FOTO

Foto: Gianluca VANNICELLI ©

(val.fab.) Lo avevano annunciato nei giorni scorsi: il sit in di protesta indetto dai sindacati di polizia penitenziaria SAPPE, SINAPPE, OSAPP, USPP, UIL P.A. e FNS CISL è iniziato questa mattina davanti alla casa circondariale di Rieti. Una situazione ormai degenerata, con episodi di grave violenza più volte denunciati dai sindacati che ora, hanno scelto la protesta pacifica per chiedere maggiore attenzione. I sindacalisti sono concordi: “Rieti è sovraffollata a livello carcerario, sono concentrati i soggetti più pericolosi: una polveriera pronta ad esplodere. Aggressioni quotidiane, lavoro difficile per gli agenti di Polizia Penitenziaria e direzione che non ci ascolta. Intervenga il provveditore”.

Desolante, dal punto di vista degli operatori, la percezione di ciò che avviene all’interno del penitenziario coi detenuti che, di fronte alla ormai cronica inerzia da parte della direzione e delle istituzioni nell’arginare o reprimere gli episodi di violenza registrati, sembrano aver preso il controllo di alcune aree dell’istituto. Richieste ormai chiare da parte dei sindacati a tutela degli agenti impiegati: il trasferimento dei detenuti violenti e il potenziamento delle misure di sicurezza all’interno della struttura, oltre che del numero degli agenti impiegati all’interno del penitenziario, insufficiente a fronteggiare un sovraffollamento – quantificato intorno al 100% in più dei detenuti previsti – di cui ormai si discute da anni.

A nulla sono valsi i tavoli di dialogo aperti con le istituzioni che nei mesi scorsi hanno potuto constatare personalmente le condizioni in cui gli agenti penitenziari operano, così come gli episodi di suicidio in cella registrati anche all’interno del penitenziario reatino la scorsa estate, con disordini e minacce agli agenti ritenuti evidentemente non sufficienti per individuare soluzioni concrete ad una situazione ormai ingestibile. Ingestibilità da imputare alla direzione, che i sindacati oggi e domani chiedono di cambiare.

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