Acqua come risorsa. Secondo dibattito di “Incontriamoci, ricostruiamo il futuro”

L’acqua come risorsa e diritto al centro di Incontriamoci, ricostruiamo il futuro. Paolucci (Uil): “Valorizzare la nostra risorsa in modo sostenibile. Il profitto non deve prosciugarci”.  Un tavolo permanente che ospiti associazioni, organizzazioni sindacali e politica per monitorare, sviluppare e salvaguardare la nostra risorsa idrica. Non solo: sconti nelle bollette idriche per i cittadini della provincia, allaccio dell’acquedotto reatino al Peschiera. E poi ancora: cronoprogrammi per sorvegliare la qualità dell’oro blu, per realizzare opere di fognatura non ancora presenti e per eliminare le ingenti dispersioni. Sono queste alcune delle richieste che la Uil di Rieti e Sabina Romana ha messo sul tavolo durante il convegno ‘Acqua, risorsa e diritti’, andato in scena nella seconda giornata della decima edizione di Incontriamoci, ricostruiamo il futuro.

“Parlare di acqua a Rieti – ha ricordato Alberto Paolucci, Segretario generale della Uil di Rieti e della Sabina Romana – significa parlare dello sfruttamento delle sorgenti del Peschiera Le Capore e significa mettere la politica davanti alle proprie responsabilità. Da molti anni infatti, al di là del colore politico di chi governa, l’acqua è stata considerata una merce e non un bene pubblico. Lo é stata, e continua ad esserlo, anche dopo il referendum del 2011, che aveva ribadito la contrarietà degli italiani alla sua privatizzazione”.

“Parlare di Ato, di ristori economici, significa ricostruire la cronologia di fatti e leggi – ha ricordato Paolucci – significa anche considerare vecchia e superata la convenzione siglata nel 2018., svicolando un po’ qua e un po’ là, pensando che i cittadini non conoscano la realtà non giova al futuro, non aiuta a cambiare direzione, ma è il presupposto per perseverare negli errori. Non stupisce che le società private pensino alla remunerazione massima del capitale invece che al benessere delle persone. Non stupisce che esse non prestino particolare attenzione alle modalità di conservazione della risorsa idrica per consegnarla alle future generazioni, stupisce invece la perseveranza liberista di chi  – pur essendo soci pubblici di maggioranza – non pensa al domani, convinti forse che la risorsa idrica sia infinita”.

Nel frattempo continuiamo a raccontare emergenze idriche: l’estate scorsa è accaduto a Poggio Mirteto, a Montopoli, a Forano, a Gavignano e Casperia. Mentre Leonessa ha sperimentato l’interruzione notturna del servizio. Adesso si parla del raddoppio del Peschiera, nessuno però rassicura il territorio sul deflusso minimo del fiume Velino e del fiume Farfa. Mentre nei progetti di Acea la nostra acqua potrebbe arrivare anche a Viterbo, per colmare le difficoltà della Tuscia.
“Ci vorrebbero far diventare un gigantesco serbatoio per soddisfare le esigenze idriche di tutti, come se non esistesse un domani – conclude Paolucci –  Comprendere il legame tra acqua e territorio aiuta a pensare non soltanto ad aumentare la captazione della risorsa, ma anche a progetti per lo sviluppo provinciale nel rispetto della sostenibilità ambientale con investimenti per creare centri di formazione professionale per la ricerca, la protezione e la conservazione del nostro oro blu. L’acqua è una nostra risorsa. Dobbiamo gestirla con consapevolezza e immaginare che in un sano principio di mutualità ciò che torna indietro deve essere investito per assicurare a questo territorio una crescita socioeconomica duratura e sostenibile”.
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