A distanza di anni dal tragico sisma che ha sconvolto il centro Italia, la ricostruzione di Amatrice procede a rilento, lasciando ancora molte ferite aperte. Tra queste, la condizione in cui versano le forze dell’ordine, costrette a operare in un container, lontano da una sede adeguata.
“È inaccettabile che, a distanza di così tanto tempo, i poliziotti di Amatrice siano ancora costretti a lavorare in un container”, denuncia Maurizio Nicoli, segretario provinciale del SAP (Sindacato Autonomo di Polizia di Stato). “Capisco le difficoltà legate alla ricostruzione, ma la presenza di una Distaccamento della polizia funzionale è fondamentale per garantire la sicurezza di un territorio che sta cercando di risorgere.”
Nicoli sottolinea come la sede di polizia sia un punto di riferimento essenziale per la comunità, soprattutto in un momento delicato come quello della ricostruzione. “È difficile svolgere un servizio efficiente in condizioni di precarietà”, afferma il sindacalista, “e questo si riflette inevitabilmente sulla qualità della vita dei cittadini”.
Eppure, sembra esserci una luce in fondo al tunnel. “Ho appreso che il progetto per il nuovo Distaccamento è stato approvato e che i fondi sono stati stanziati”, spiega Nicoli. “Ora manca solo che qualcuno dia il via ai lavori. Ovviamente, non chiediamo privilegi, ma semplicemente le condizioni necessarie per svolgere al meglio il nostro lavoro”.
L’appello del sindacato di polizia si inserisce in un contesto più ampio, quello di una comunità che attende con ansia il completamento della ricostruzione. Molti cittadini, infatti, vivono ancora in condizioni di precarietà, tra case inagibili e strutture provvisorie.
“Quello che chiediamo è un’accelerazione dei lavori”, conclude Nicoli. “Non solo per i poliziotti, ma per tutta la comunità di Amatrice. È ora di voltare pagina e di guardare al futuro con rinnovata speranza.”