Tensione nel carcere di Rieti: detenuto aggredisce agente pretendendo il cancello aperto della cella

Ancora momenti di alta tensione presso la Casa Circondariale di Rieti. Questa mattina, un detenuto italiano, recluso nel “Reparto G”, ha aggredito un agente di polizia penitenziaria dopo aver richiesto che il blindo della sua cella rimanesse aperto.

Il detenuto, con la scusa di volersi recare all’area dei passeggi, ha fatto aprire il cancello all’agente di sezione, una volta uscito, ha preteso che il cancello restasse aperto e, al rifiuto dell’agente, lo ha colpito al volto, ferendolo sul lato sinistro e costringendolo a ricorrere alle cure necessarie del locale nosocomio.

Il SAPPE, primo sindacato della Polizia Penitenziaria, esprime ancora una volta massima solidarietà al personale coinvolto, condannando con fermezza l’ennesimo atto di violenza.

È inaccettabile che i nostri agenti debbano subire aggressioni quotidiane nel silenzio delle istituzioni. Il sindacato denuncia con fermezza la situazione all’interno della Casa Circondariale di Rieti che è ormai fuori controllo; il carcere è diventato un vero e proprio reparto psichiatrico e non un luogo di detenzione,non si può continuare a tollerare atteggiamenti violenti da parte di detenuti facinorosi e problematici.

Il SAPPE lancia un appello forte e chiaro alle istituzioni chiedendo l’immediato intervento del D.A.P. e del Ministero della Giustizia. È indispensabile che vengano inviati ispettori per comprendere cosa stia realmente accadendo all’interno del carcere di Rieti.

Inoltre, il sindacato sottolinea la necessità di adottare misure più severe nei confronti dei detenuti violenti reputando che soggetti come questi non meritino alcun tipo di beneficio. È necessario applicare l’art. 14 bis dell’Ordinamento Penitenziario e fornire al personale strumenti adeguati per la propria difesa.

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