10 Comuni, 3.500 abitanti, 15 interventi, un unico obiettivo: realizzare servizi e infrastrutture per una nuova vitalità nell’area dell’Alta Sabina. Nasce così ‘IN. Alta Sabina’, l’intervento di rigenerazione territoriale pilota, finanziato con 3 milioni dal PNRR, dove l’acronimo iniziale sta per ‘Intelligenza Naturale’.
Un progetto innovativo che parte dall’ascolto della comunità e dalla mappatura del territorio e delle sue risorse naturali e sociali: le foreste, il bacino idrografico, i paesi, i sentieri, le tradizioni e le culture. Un territorio che, come molte aree interne della penisola, vive da decenni la lontananza dai servizi essenziali (scuole, sanità), la complessità degli spostamenti, la distanza dai centri economici. Difficoltà che hanno fatto sì che i paesi si stiano gradualmente spopolando: rispetto agli ultimi due censimenti generali, nei 10 Comuni si registra un – 4.2% dell’indice della popolazione residente, mentre la media nazionale si attesta a – 0.3%.
“Lo spopolamento verso la grande città, l’abbandono dell’agricoltura, l’assenza di servizi e di collegamenti idonei sono tra i problemi più seri del territorio. A questi si aggiunge la mancanza di tecnici e la difficoltà ad accedere alle risorse” ha dichiarato Otello Loreti, sindaco di Colle di Tora. Piccoli paesi fatti di anziani, non a caso il superamento della media nazionale dell’indice di vecchiaia nei 10 Comuni è del 289,7%. E dove l’agricoltura, un tempo principale fonte economica, è scomparsa: la diminuzione della superficie agricola utile nel territorio dell’aggregato di comuni, rispetto ai due ultimi censimenti generali agricoltura, è del – 48.2% rispetto al – 2.5% della media nazionale.
Problemi ribaditi anche da Stefano Micheli, sindaco di Rocca Sinibalda, comune capofila del progetto IN. Alta Sabina: “Il nostro obiettivo principale è quello di sviluppare il territorio in termini di servizi e di imprenditoria privata, promuovendo quelle attività agricole, turistiche e culturali che qui possono avere un riscontro. Vogliamo crescere e lo vogliamo fare attraverso un passaggio fondamentale: quello delle comunità, sono loro a rendere vivi i paesi”.
L’obiettivo è infatti che il territorio diventi attrattivo per chi può e vuole tornare o venire ad abitarlo, per chi vuole conoscerlo attraverso un turismo lento e responsabile, per chi vuole stabilire un’attività economica in Alta Sabina. Non una visione rivolta al passato, ma verso l’innovazione sociale, ambientale e tecnologica del territorio. Punto di partenza i bisogni e le domande sociali, quelli che vengono dal territorio e che saranno raccolti attraverso nuovi modi di partecipazione alla vita pubblica, a cominciare dal Patto di Comunità, quello che vede protagonisti i 10 Comuni: Rocca Sinibalda, Belmonte, Colle di Tora, Longone, Marcetelli, Torricella, Monteleone, Poggio Moiano, Poggio S. Lorenzo e Varco Sabino.
Un progetto ambizioso, come ha affermato Elena Battaglini, project manager e designer con direzione scientifica IN. Alta Sabina: “Lavoriamo insieme per la costruzione condivisa di scenari di futuro. Un’idea di rigenerazione diversa da quella mainstream: di solito, per rigenerazione urbana e territoriale si intendono interventi di riqualificazione edilizia. Noi interveniamo sul capitale sociale e sul tessuto relazionale: saranno questi a dare vita ai percorsi di sviluppo. Vogliamo costruire uno scopo condiviso a partire dai diversi punti di vista degli stakeholder. Vogliamo ridare fiducia, il più potente antidoto in tempi di crisi complessa”.
15 gli interventi previsti a partire dalla valorizzazione delle risorse naturali del territorio attraverso la realizzazione di nuove reti di collaborazione tra le aziende, i cittadini, le istituzioni. E ancora, dalla costruzione di comunità energetiche al rafforzamento del biodistretto, dagli impianti pilota del riciclo dell’acqua di due grandi piscine alla costruzione di un impianto di biogas sostenibile fino alla vera e propria contabilizzazione dei cosiddetti servizi ecosistemici: aria e acqua pulite, foreste che combattono la crisi climatica e contengono un tesoro (anche economico) di biodiversità. Il tema dell’acqua è tra quelli più sentiti considerando che il territorio dell’Alta Sabina, con l’acquedotto del Peschiera, fornisce a Roma la maggior parte dell’acqua potabile. Servizio che al momento determina limitazioni e oneri al territorio che non vengono riconosciuti.
Il progetto è stato presentato a Colle di Tora, in provincia di Rieti, durante l’evento ‘Alta Sabina IN festa’. Un momento di partecipazione con diverse attività tra cui escursioni, musica, teatro, dragon boat e stand artigianali ed enogastronomici.
IN. Alta Sabina è una partnership pubblico-privata.
Intelligenza Naturale Alta Sabina è il nome scelto per la green community dopo un’assemblea dei sindaci dei 10 Comuni. Come per altri interventi del progetto, il marchio territoriale è un mezzo per valorizzare e rafforzare le risorse esistenti.