Una cerimonia partecipata e commossa ha segnato ieri pomeriggio la “restituzione” alla comunità di Amatrice e di Accumoli di cinque opere d’arte restaurate al Laboratorio di Rinascita di Amatrice grazie a un finanziamento della Fondazione Varrone. Si tratta della tela che campeggiava sull’altare maggiore della Chiesa del Suffragio – una Madonna con Anime del Purgatorio – della tela con lo stesso soggetto che era nel soffitto della chiesa, del Putto con cartiglio montato accanto, di una Crocefissione con San Michele Arcangelo e San Rocco proveniente dalla Chiesa di San Michele Arcangelo di Patarico di Amatrice e della Annunciazione tra Santi proveniente dalla Chiesa di San Giovanni della omonima frazione di Accumoli.
“La restauratrice ha fatto un mezzo miracolo” ha detto Giuseppe Cassio, storico dell’arte del Mic, presentando il lavoro condotto nei mesi scorsi da Stefania Zucconi e condensato in un bel video proiettato durante la cerimonia.
Applausi e commozione tra il pubblico, specie per i riferimenti alla Chiesa del Purgatorio, “il punto di ritrovo di noi ragazzini” ha ricordato il vice sindaco Roberto Serafini. Ed è da qui che arrivavano le tele di maggior pregio, a cominciare da quella Madonna con Anime del Purgatorio che versava in condizioni disastrose e che ora ha ritrovato quasi per intero il suo splendore e probabilmente anche l’autore, che secondo Cassio potrebbe essere Francesco Trevisani (1656-1746), pittore italiano del tardo Barocco, nato a Capodistria, formatosi a Venezia e vissuto poi a Roma, artista tra i più richiesti dell’epoca. Di carattere più devozionale le altre opere “ma non per questo da sottovalutare”, ha detto ancora Cassio ricordando l’intreccio tra alte eccellenze e arte popolare che caratterizzava il patrimonio artistico di Amatrice.
“Il restauro di queste opere d’arte è l’ultimo frutto in ordine di tempo dell’Accordo di programma che la Fondazione Varrone promosse nel 2019 insieme alla Diocesi di Rieti, ai Comuni e alle Soprintendenze interessate con un triplice scopo: recuperare, restaurare e restituire queste opere d’arte sacra, considerato il valore che hanno per la popolazione – ha detto il presidente Mauro Trilli – Non penso solo alle vecchie generazioni ma soprattutto ai giovani, che qui più che altrove saranno determinanti perché quello che si andrà a ricostruire non sia una scatola vuota ma un luogo abitato e vivo”. Sull’importanza della presenza e della partecipazione dei giovani alla vita della comunità amatriciana ha insistito anche la consigliera Maria Rita Pitoni, che diresse l’istituto scolastico di Amatrice nel periodo drammatico che seguì il terremoto del 2016.
La Prefetto Pinuccia Niglio ha ringraziato la Fondazione Varrone per il suo lavoro di cura del territorio, rimarcando il valore anche simbolico che queste opere d’arte hanno specie dopo la devastazione del terremoto. Presenti alla cerimonia anche il generale Gianpiero Andreatta, Comandante della Scuola Forestale Carabinieri di Cittaducale – dove trovarono riparo le opere d’arte recuperate dalle chiese crollate – e il Comandante provinciale dei Carabinieri colonnello Valerio Marra.
“Il lavoro da fare è tanto ma noi siamo qui, combattiamo e ringraziamo chi come la Fondazione Varrone non ci fa mancare il suo sostegno – ha detto il sindaco Giorgio Cortellesi – Questo nostro Laboratorio di Rinascita è una realtà importante e vorremmo vederlo sempre così popolato, anche e soprattutto di giovani”. Alcune delle opere saranno collocate al Museo Floriana Svizzeretto di Amatrice, altre resteranno esposte al Laboratorio di Rinascita, presso l’Area del Gusto della frazione di San Cipriano.