(di Cristian Cocuccioni) Ora lo può riabbracciare, su in cielo e magari farci anche qualche tiro a canestro insieme. È morto all’età di 69 anni Joe Bryant, papà del compianto Kobe ed ex giocatore della Sebastiani Rieti dal 1984 al 1986. Una leggenda in città al pari di Willie Sojourner. Aveva recentemente sofferto un ictus, dal quale non si era mai ripreso del tutto. Per Rieti Joe Bryant è stato più di un semplice giocatore di basket: arrivato in città dopo l’esperienza in Nba, l’americano in due anni si è fatto amare da tutti a suon di canestri e simpatia. Girava sempre con il suo piccoletto Kobe in mezzo alle vie della città, strade che hanno da sempre affascinato quello che sarebbe diventato il 24 più famoso di tutto il basket.
Proprio così: perché dalle testimonianze di chi ha avuto l’onore e il piacere di parlare con quello che allora era solamente un bambino di 6 anni – e non una delle future leggende del basket del pianeta – si evince proprio che le parti preferite di Rieti dal Black Mamba erano proprio le strade reatine. Joe Bryant in 60 partite disputate con i colori amarantocelesti ha tenuto una media a dir poco spaventosa: 35 punti e 13 volte sopra i 40, 5 volte oltre i 50 e 2 volte sopra i 60, segnandone 61 contro la Fortitudo Yoga Bologna (fonte: Basket Rieti). Dopo la sua esperienza a Rieti, Reggio Calabria, Pistoia e Reggiana, Joe Bryant ha provato ad intraprendere una carriera da allenatore ed il ritorno a Rieti è stato veramente ad un passo: nel 2009 doveva essere il coach della Nuova Sebastiani Rieti (proprietà di Papalia) ma il trasferimento della squadra a Napoli ha bloccato tutto.
Da quel maledetto 26 gennaio 2020, giorno in cui il destino ha deciso di strappargli e strappare al mondo suo figlio Kobe, la nipotina Gigi e altre 7 persone in quel tragico incidente in elicottero a Calabasas (leggi), sono passati esattamente 1639 giorni ma sembrano non essere passati perché come ci si ripeteva più di 1500 giorni fa, le leggende non muoiono mai. “Mamba out” le ultime parole di Kobe da giocatore dei Lakers. Ma non è mai andato via nel cuore di chi ama il basket e lo sport in generale e ora può sicuramente riabbracciare suo padre e chissà, forse ricorderanno anche quei giri in mezzo alle strade reatine, affascinati dalla città e dal calore che la gente continua a tributargli.
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