Unioncamere, lavoro, Coppotelli (Cisl Lazio): “Frenata assunzioni nel Lazio, ma meno che in altre regioni”

“Frenata delle assunzioni nel Lazio. Con 47.820 lavoratori previsti in entrata dalle imprese a luglio si registra un calo nel Lazio, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, di meno 8.580 unità. Il trend negativo è confermato anche nel trimestre luglio-settembre 24/23 con meno 21.300 unità. La notizia arriva dal Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, come apprendiamo dalle agenzie di stampa odierne. Scorrendo i dati, notiamo anche che questa tendenza al ribasso segue un trend nazionale, dove la nostra regione tiene meglio di Lombardia, Toscana, Veneto e Emilia-Romagna che registrano performance peggiori. Questo ovviamente non ci conforta ma, semmai, ci spinge a chiedere ulteriori politiche di sostegno all’economia in tutto il nostro territorio”.

Così, in una nota, Enrico Coppotelli, segretario generale della Cisl del Lazio.

“La flessione del motore trainato dalla manifattura si evidenzia anche nella tipologia delle assunzioni, laddove la parte del leone la fanno le figure professionali legate ai servizi con 82,5 lavoratori su 100 previsti in ingresso contro i 17,5 dell’industria. Anche i dati percentuali più affinati sui gruppi professionali confermano questa tendenza. La parte del leone delle assunzioni è caratterizzata da impiegati e figure legate a commercio e servizi (39,4%), a seguire figure dirigenziali, professioni specializzate e tecnici (21,5%), il 20,9% sono operai specializzati e il 18,2% professioni non qualificate. Ovviamente il traino delle assunzioni spetta alla Capitale che, con 38.350 ingressi, è la regina delle assunzioni nel Lazio, ma nonostante questo non è una città per giovani come, invece, si candidano ad essere Latina e Rieti. I due capoluoghi laziali, infatti, nella classifica nazionale delle dieci province che offrono più opportunità lavorative per i giovani, ottengono un lusinghiero terzo e quinto posto che ci fa ben sperare per la loro crescita e sviluppo. In generale speravamo che le ingenti iniezioni di denaro fresco dovute ai fondi europei, tra cui il PNRR e il Giubileo 2025, avrebbero innescato processi più favorevoli per l’industria e, quindi, per l’occupazione. La parola chiave, quindi, è  la partecipazione dei lavoratori alla gestione, ai risultati e all’organizzazione delle aziende, grazie alla quale si potrà promuovere il lavoro in maniera dinamica, condivisa, flessibile, aumentare la ricchezza in modo più equo, rendendo più pesanti le buste paga, arginare le delocalizzazioni, frenare la pirateria industriale e la finanza speculativa, controllare le procedure di sicurezza nelle linee produttive, nei cantieri, sui campi e nelle fabbriche, stimolare ricerca, innovazione e formazione continua dei lavoratori”.

 

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