Tra giubili e rivendicazioni politiche di nomina territoriale dei nuovi rappresentanti degli organi sociali di Aps da parte di alcuni, forse sembra essere sfuggito qualcosa. Durante l’ultima assemblea dei soci, infatti, tra Sindaci che si sono alzati al momento del voto, assenti e astenuti, a non partecipare al percorso di rinnovo delle cariche sono stati 29 Comuni e tra loro il messaggio dei più (se ne sono andati prima del voto e con dichiarazione unanime Antrodoco, Castel Sant’Angelo, Cittaducale, Collalto Sabino, Forano, Leonessa, Micigliano, Montopoli di Sabina, Montorio Romani, Moricone, Nespolo, Paganico Sabino, Poggio Moiano e Rocca Sinibalda), è stato uno: dare un segnale chiaro agli enti locali e ai cittadini per un cambio di rotta decisivo. Al centro della riflessione la necessità di una rappresentanza per lo più condivisa, la fuoriuscita della Provincia dalla compagine della società e la riforma della governance di Ato e della sua struttura per cominciare a farla funzionare come dovrebbe e con il coordinamento in favore dei Sindaci e non più della stessa Provincia. “Abbiamo provato a ragionare con l’attuale maggioranza per condividere un futuro percorso unitario, ma rimangono da sciogliere molti nodi e la prima chiamata ufficiale sul banco di prova, come da noi richiesto, è per la fine del mese quando si terrà l’assemblea dei Sindaci di Ato. La struttura deve essere riformata e questo bisognerà farlo in tempi rapidi per arrivare a ragionare di un nuovo piano tariffario che migliori l’esistente senza strangolare famiglie e utenti tutti. In assenza di questo passo sarà difficile metterci mano e i cittadini, così come i Comuni, si troveranno nuovamente chiusi in un sistema di scarso dialogo e forti esborsi. Le battaglie da fare sono comunque diverse e non perdiamo di vista quella di vedere l’aumento del ristoro dell’interferenza d’ambito del Peschiera, il riconoscimento delle altre interferenze d’ambito presenti sul territorio, il riconoscimento di una percentuale sullo sfruttamento dell’idroelettrico che ad oggi è a unico vantaggio di Acea e Regione Lazio e la fuoriuscita della Provincia da Acqua Pubblica Sabina. In questi giorni abbiamo letto articoli e visto servizi che continuano ad elogiare l’operato della società pubblica, ma il lavoro da mettere in campo è ancora molto tenendo presente la necessità di abbassare il prezzo del servizio e la rapidità di risposta sugli interventi. Questa è una società pubblica e il nostro primario interesse è farla funzionare nell’interesse generale dando supporto agli organi sociali e alla struttura che tornerà ad avere la nostra piena fiducia quando darà evidenze alle nostre richieste che rimangono strumenti unici per diventare vera eccellenza nella gestione di un patrimonio che stiamo pagando a caro prezzo”.
È quanto dichiarano in una nota i Sindaci presenti in assemblea che non hanno partecipato al voto