L’ultimo fine settimana di luglio, con Gianni Alemanno, la comunità politica di Indipendenza si ritroverà ad Orvieto per lanciare una nuova sfida. Le ultime settimane hanno visto esplodere le contraddizioni del mondo occidentale, con l’avanzare dei movimenti sovranisti ed identitari alle elezioni europee e il prefigurarsi della vittoria di Trump in quelle americane.
I governi iperliberisti e progressisti, da Macron a Sholtz, sono stati pesantemente puniti nelle urne, dimostrando il fallimento delle politiche guerrafondaie e dell’estremismo ecologista, che li avevano caratterizzati.
Ovunque il popolo ha manifestato la propria contrarietà alle imposizioni di un pensiero unico che vorrebbe stravolgere tradizioni e identità, in nome di un modello fluido funzionale al grande capitale. Solo in Italia l’equivoco rappresentato da Fratelli d’Italia, sovranista in campagna elettorale totalmente asservito al pensiero occidentale nella prassi, impedisce il compiersi di una vera svolta.
Anche se l’impressionante risultato personale del generale Vannacci, con una campagna elettorale svoltasi all’insegna di un messaggio di totale rottura con il politicamente corretto, ha dimostrato anche nella nostra Nazione una forte richiesta di reale rottura con il passato.
Le ultime posizioni assunte da Giorgia Meloni, incapace di reggere alle pressioni delle lobbies culturali, dimostrano concretamente che questo cambiamento non potrà essere rappresentato da fratelli d’Italia, il cui interesse principale sembra oramai essere rappresentato unicamente dalla possibilità di essere accettato nei salotti buoni delle oligarchie occidentali.
L’aver posto l’Italia all’avanguardia del fronte anti russo nel conflitto Ucraino, l’incapacità di prendere una chiara posizione nella condanna del genocidio che sta subendo il popolo palestinese, il ribadire costantemente la propria fedeltà ai dogmi del liberismo turbo capitalista, la dipendenza ossequiosa degli interessi statunitensi, il rifiuto di comprendere la svolta multipolare che sta caratterizzando la geopolitica attuale, sono prodromici alla svolta definitiva nel versante conservatore e liberista di una destra di fatto sovrapponibile alla sinistra progressista del PD.
Alle radici sociali e nazionali, storiche della destra italiana, i cosiddetti patrioti hanno preferito le privatizzazioni della Tatcher e le sue campagne anti popolari.
Per questo è oggi necessario costruire in Italia un fronte politico in grado di porsi in modo chiaro su un fronte alternato alla dittatura capitalista ed alla follia progressista.
Immigrazionismo, cultura gender, egemonia culturale delle lobbies LGBT, prevalenza dei diritti individuali su quelli sociali, oggi totem della sinistra progressista sono l’altra faccia del liberismo economico, della cancellazione dello stato sociale che caratterizza il fronte conservatore.
Dire di essere contro l’utero in affitto senza contestare il modello culturale liberista nel cui contesto questa aberrazione ha trovato dignità, non è solo inutile è soprattutto ipocrita.
Disconoscere la dignità del lavoro come strumento di elevazione etica e morale, battendosi per il reddito di cittadinanza, strumento utile al capitalismo per smorzare le tensioni sociali, dimostra la sostanziale omogeneità della moderna sinistra ai valori delle oligarchie finanziarie.
Per questo ad Orvieto torneremo a confrontarci su questo argomento, alla ricerca di un nuovo percorso, realmente alternativo al progressismo ideologico ed al liberalcapitalismo, una nuova speranza per l’Italia, per l’Europa dei popoli.
Lanciare un manifesto per un sovranismo sociale, le cui radici siano ben piantate nei valori di una destra saldamente ancorata alla Tradizione, ma altrettanto determinata nella lotta per la difesa dei diritti sociali è la nuova frontiera su cui la nostra comunità tornerà a battersi, in nome di un corpus valoriale che non abbiamo sentito il bisogno di rinnegare.