(di Christian Diociaiuti) Un sorriso di chi sta affrontando la vita appieno, con i suoi alti e i suoi bassi, circondato da amici, familiari, colleghi, compagni di squadra. Resta quello. La morte di Ludovico Carosi a 29 anni scuote tutti. La “sua” Selci, la Sabina, Rieti. Domenica pomeriggio con un amico stava prestando il suo tempo per la riuscita della sagra di paese, quella del fallone. È salito come passeggero sulla moto dell’amico per andare a prendere dei vassoi, ma su via Roma è successo qualcosa. I due sono caduti, uno ha sbattuto contro un’auto in sosta, l’altro contro una in transito.
Ludovico è morto praticamente sul colpo, ferito seriamente l’amico conducente. La sagra si è subito fermata; eliambulanza, trambusto. Ludovico è morto lasciando tutti increduli. Era un momento bello della sua vita: impiegato di Poste Italiane a Verona, da poco aveva ottenuto il trasferimento a Poggio Mirteto. Una manna per chi ama quelle colline e quei tramonti, quelli tra il Reatino e Roma.
Che occasione: bella l’Arena, ma la possibilità di stare in famiglia e con la propria gente, magari pronti a tornare a giocare a calcio con la squadra del paese che tanto amava e alla quale fino a qualche tempo fa aveva dato tutto, prima che il lavoro lo assorbisse, beh, era una gran cosa. “Quella mano sulla spalla è più di una vittoria o un gol al 90esimo, sta a significare ‘mister stai tranquillo ci sono io, al massimo ci facciamo due risate’. Tu eri così, mai arrabbiato” scrive Simone Scaricamazza, storico ex giocatore sabino e tecnico apprezzatissimo di giovani e senior della nostra Provincia, per ricordare l’amico e giocatore Ludovico.
Il giovane Carosi lascia la mamma e il papà, il fratello Matteo e la sorella Eva. Lascia chi gli voleva bene. Oggi alle 17 i funerali proprio al campo sportivo, lo stesso che qualche stagione fa registrava i suoi gol e le sue giocate di appassionato selciano, rimasti solo nei video che girano sui social. Al “Gori” di Selci sono attesi in tantissimi. Sarà lutto cittadino, come sancito dal sindaco Colamedici. Oggi ci sarà un’intera comunità in raccoglimento. Perché, come scrive Stefano sulla bacheca Facebook di Ludovico: “Un giorno mi spiegherai perché si muore a trent’anni… per il resto ti porto nel cuore”.
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