Madonna del Cuore, 50 anni di Parrocchia: Don Rino presenta il libro | FOTO – EVENTI

Foto: Gianluca VANNICELLI ©

Madonna del Cuore in festa per i 50 anni della costituzione della parrocchia: da domenica lo storico quartiere operaio della città, nato un secolo fa insieme alla Supertessile si ritrova intorno a quella che don Rino Nicolò definisce “la fontana del villaggio”, il suo cuore pulsante, un polo di unità e aggregazione da sempre aperto a tutti.

A ripercorrerne la storia è il libro a cura dello stesso don Rino e pubblicato col contributo della Fondazione Varrone presentato domenica nel Teatro parrocchiale, in un evento condotto da Paolo Di Lorenzo con gli interventi musicali dell’Artem Gospel Choir e del duo Soleado. Un libro scritto a più mani che dalla storia della chiesetta di Madonna del Cuore (a cura di Ileana Tozzi) tocca gli anni del primo e secondo dopoguerra grazie alle testimonianze raccolte da Roberto Melchiorre, senza dimenticare il contributo alla cura della comunità di cappellani e religiose, dal 1963 le suore pastorelle, di cui scrive suor Luisella Maino.

Altro momento forte l’incontro col biblista Gaetano Piccolo sul tema “Maria immagine della Chiesa” in programma giovedì 20 giugno alle 18.

Non mancheranno iniziative più tipiche per una comunità parrocchiale: la processione per le vie del quartiere (sabato 22 giugno alle 21) accompagnata dalla Banda musicale di Lisciano, le messe di domenica 23 giugno col Vicario generale don Casimiro (alle 8,30) e col Vescovo Piccinonna (alle 10,30), il pellegrinaggio a San Gabriele, sabato 29 giugno. Tanti anche i momenti di festa e di svago come il pranzo per i cinquantenni, nati praticamente con la parrocchia (il 23 giugno) e la serata musicale con Fattore G al Parco del Coriandolo (il 24 giugno).

“Ricordando i 50 anni della parrocchia e andando più indietro ancora fino alla nascita del quartiere vogliamo rinsaldare legami e affetti che diversamente rischiano di perdersi – dice don Rino – Pur avendo l’acqua in casa é ancora bello bere alla fontana del villaggio. Quell’acqua ha un sapore buono perché viene da lontano: lì hanno bevuto tanti prima di noi”.

 

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