Qual è la qualità del lavoro nella nostra provincia? Non buona stando ai dati contenuti nel report che l’Istituto di ricerca Eures e la Uil del Lazio hanno realizzato per monitorare il mercato del lavoro nella nostra regione. Delle oltre 983mila attivazioni contrattuali censite dall’Inps in tutto il Lazio i rapporti di lavoro a tempo indeterminato e di apprendistato hanno costituito una quota largamente minoritaria pari al 18,7 per cento, mentre la restante (l’81,3%) è rappresentata da forme lavorative atipiche.
“Analizzando nello specifico la nostra provincia – spiega Alberto Paolucci, Segretario generale della Uil di Rieti e della Sabina romana – delle 13.100 attivazioni registrate lo scorso anno soltanto 2.300 hanno avuto un carattere stabile, ovvero a tempo indeterminato e di apprendistato. Tutte le altre, quasi 11mila, sono state atipiche, a termine, stagionali, in somministrazione o intermittenti. Difficile definire lavoro forme contrattuali di questo tipo che offrono occupazione solitamente di pochi mesi. Per la Uil il lavoro è altro, per la Uil il lavoro è quello stabile e sicuro. Non a caso il nostro Segretario generale Pierpaolo Bombardieri ha lanciato la campagna contro la precarietà #NoAiLavoratoriFantasma”.
“Precarietà e insicurezza sul lavoro – dice l’esponente sindacale – sono mali dei nostri giorni che vanno combattuti. Sono vere e proprie piaghe sociali che impediscono a tanti giovani di progettare una vita, di costruire una famiglia. E in più espongono tante lavoratrici e tanti lavoratori al rischio quotidiano di un infortunio sul lavoro”.
“Sotto quest’ultimo aspetto – conclude il Segretario Paolucci – il primo trimestre del 2024 ha già fatto registrare 265 incidenti sul lavoro nella nostra provincia, in lieve calo rispetto al periodo compreso tra gennaio e marzo 2023, quando le segnalazioni di infortunio censite dall’Inail erano state 310. Ma preoccupano anche le malattie professionali, quelle patologie che insorgono a causa dell’attività lavorativa. I numeri trimestrali reatini sono inquietanti: 174 denunce all’Inail da gennaio a marzo 2024, erano state 113 nel primo trimestre dello scorso anno. Sessantuno in più, segno inequivocabile che il governo sul capitolo della salute e della sicurezza sul lavoro ha molta strada da fare”.