“Siamo soddisfatti dell’accoglimento da parte della Regione Lazio della bruciatura di potatura in olivicoltura per evitare la diffusione della rogna dell’olivo, così come avevamo chiesto lo scorso febbraio. Ringraziamo l’assessore all’Agricoltura, Giancarlo Righini, per aver ascoltato le nostre preoccupazioni”. Così il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, in merito alla deroga al divieto di bruciare in loco i residui delle potature degli olivi concessa dalla Regione Lazio come previsto dal Decreto ministeriale n. 660087 del 23/12/2022, nei confronti dei soggetti beneficiari dei pagamenti per la salvaguardia di olivi di valore paesaggistico.
Era quanto richiesto da Coldiretti Lazio che lo scorso febbraio aveva lanciato l’allarme sull’infezione causata dal batterio “Pseudomonas Savastanoi”, contratta dalle piante attraverso ferite causate da grandine e gelate, come è avvenuto a febbraio 2018. Si tratta di eventi sempre più frequenti dovuti al cambiamento climatico, ma questo patogeno può essere trasmesso anche con la pratica dell’abbacchiatura agevolata, effettuata con pettini elettrici o pneumatici, ormai ampiamente diffusi ni olivicoltura.
“A seguito delle numerose segnalazioni che abbiamo ricevuto dai nostri agricoltori – prosegue Granieri – siamo subito intervenuti chiedendo alla Regione Lazio di intervenire con tempestività e urgenza attraverso una deroga per poter bruciare sui terreni interessati o nelle immediate vicinanze i residui di potatura. Questo era l’unico modo per impedire il propagarsi del batterio, mettendo a rischio le Cultivar più diffuse del panorama olivicolo regionale”.
Un patrimonio olivicolo che vanta tra le diverse varietà quelle del Frantoio, Moraiolo, Carboncella, Itrana, con la presenza dei relativi impollinatori Pendolino e Maurino, che sono proprio quelle ad elevata suscettibilità e scarsa resistenza alla batteriosi causata da “Pseudomonas Savastanoi”.
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