All’Auditorium Varrone, il 23 aprile si è concluso il percorso di educazione alle relazioni non discriminatorie e al rispetto delle differenze di genere “DAI TU UN NOME ALLA VIOLENZA”.
Il progetto ha avuto come attori principali i ragazzi delle terze della secondaria di primo grado “Angelo Maria Ricci” scuola promotrice ed ideatrice dell’ evento, caldeggiato dal Dirigente Scolastico Paola Testa, col supporto dell’assessore ai servizi sociali, Giovanna Palomba, del Comune di Rieti e delle referenti del centro antiviolenza Il Nido di Ana, il presidente Anna Vigilante, l’avvocato Alessandra Tilli e la dottorrssa Silvia Santilli. Le esperte dell’ Associazione sono intervenute in aula, durante le ore di Ed. Civica, x lavorare con gli studenti e promuovere, insieme agli stessi docenti curriculari, percorsi ed attività interdisciplinari di sensibilizzazione ed educazione al rispetto ed alla accettazione delle differenze.
Il progetto ha altresí previsto un corso di formazione per il personale docente, consolidando la necessaria alleanza per la conquista di un risultato duraturo nelle giovani menti dell’ Istituto. Il progetto è il primo del suo genere a Rieti e provincia e vede l’Istituto Ricci scuola pilota e modello per gli altri istituti. Un percorso pionieristico di grande valore, pensato dalle Prof.sse Angela Carone ed Emanuela Panunzi, in alternativa all’insegnamento “tradizionale” dell’educazione civica nelle ultime classi di scuola secondaria.
Sul palco dell’ Auditorium i ragazzi si sono esibiti attraverso tutte le forme artistiche a loro piú affini, presentando lavori originali e, soprattutto, autoprodotti nelle diverse discipline: dalla musica all’informatica, alla tecnologia, all’ educazione artistica, alla lingua italiana ed alla lingua straniera. Hanno alternato la lettura di elaborati con slogan e cartelloni, canzoni rap e brani musicali accompagnati dai compagni dell’ indirizzo musicale, al pianoforte, violino e fisarmonica. Tutti gli studenti hanno lasciato trasparire il loro grande rispetto ed il senso civico che li accomuna.
La violenza di genere trova forza negli stereotipi e nei meccanismi culturali diffusi. Con questa mattinata all’Auditorium di Santa Scolastica, gli studenti hanno cercato di contribuire a sollevare il velo di silenzio che per generazioni ha rafforzato questi meccanismi culturali, cercando , appunto, di dare un NOME alla Violenza. Un momento di riflessione intenso che non può non lasciare un segno nelle giovani menti intervenute sul palco, riflessione utile per la formazione dei cittadini di domani.