(di Cristian Cocuccioni) Senza fermate, per un mese: da Rieti a Roma in un’ora e 36 minuti. Conseguenza dei lavori tra Foligno e Terni e beneficio per chi usa i treni Blues che ogni mattina portano tanti (ma ancora non tantissimi) pendolari da Rieti a Termini. La data da segnare è quella del 6 maggio e l’orario è quello con partenza 6.12 per stare nella Capitale prima delle 8. In tanti chiedono che questa modalità resti per sempre. E in tanti continuano a chiedere più corse, soprattutto di ritorno. Necessari, però, altri treni. Che la Uil non si spiega dove siano finiti.
“Se decidessimo di ripercorrere le tappe di avvicinamento all’entrata in esercizio dei treni trimodali scopriremmo che l’unico vincitore è stato finora il ritardo. Ritardo c’è stato nella consegna del primo esemplare, slittata di oltre un anno. Ritardo c’è stato nelle istituzioni regionali a capire l’utilità per i pendolari reatini di questa modalità di trasporto verso Roma. Ritardi ci sono oggi nella messa in esercizio di tutti treni acquistati” dice Aberto Paolucci, Segretario generale della Uil di Rieti e della Sabina Romana.
“Il primo blues è entrato in funzione – ricorda Paolucci – ma degli altri due convogli, promessi per la fine dello scorso anno, non c’è ancora traccia. Quando entreranno in esercizio? A pieno regime questi treni assicurerebbero dodici corse al giorno da e per Rieti, che semplificherebbero gli spostamenti quotidiani di migliaia di pendolari, costretti invece a riversarsi sulla via Salaria per raggiungere la Capitale”. “La piena funzionalità dei treni trimodali adesso è una priorità, perché rappresenterebbero una valida alternativa al Cotral e alla Salaria. Per strappare questo territorio dall’isolamento ci vuole una robusta cura del ferro”.
Foto: Gianluca VANNICELLI ©