Sono stati 684 i docenti precari nelle scuole della provincia reatina nell’anno scolastico 2022 2023, in aumento rispetto al 2019 2020 (608), quando esplose la pandemia. E quasi raddoppiati se spostiamo le lancette del tempo all’anno scolastico 2015 2016, in quegli anni i docenti a tempo determinato erano stati infatti 397. Così se nel 2015 la percentuale dei contratti a tempo determinato sul totale degli insegnanti era di circa del 15 per cento, nel 2023 siamo arrivati al 24,15 per cento. Sono i numeri che la Uil di Rieti e della Sabina Romana ha estrapolato del recente report della Federazione Uil Scuola Rua sulla crescita dei supplenti dal 2015 al 2023.
“La precarizzazione non fa sconti a nessuno – dice Alberto Paolucci, Segretario generale del sindacato di viale Matteucci – anche nel mondo della scuola è salito in cattedra lasciando sempre più insegnanti nell’incertezza lavorativa e migliaia di studenti costretti a fare i conti con una didattica sempre più frammentata”.
Sono invece calati negli anni i docenti a tempo indeterminato: erano 2251 nel 2016, sono scesi a 2182 nel 2020 e nell’anno scolastico 2022 2023 si sono attestate a 2148 unità. Un trend preoccupante che allarma non poco il sindacato.
“Lo scenario non cambia tra i docenti di sostegno – aggiunge Saverio Pantuso, Segretario della Uil Scuola Rua del Lazio – Nella provincia reatina queste figure professionali indispensabili per alcuni ragazzi e alcune ragazze sono state 408 nell’ultimo anno scolastico oggetto di rilevazione, erano 313 nel 2019 e 148 nell’anno scolastico 2015 2016”. Volendo tradurre questi numeri in percentuale, scopriamo che nel 2023 oltre il 61 per cento degli insegnanti di sostegno del reatino è stato precario.
Il report della Uil Scuola Rua focalizza l’attenzione anche sul personale Ata, ovvero quello che quotidianamente svolge funzioni amministrative, contabili, gestionali, operative e di sorveglianza collegate all’attività delle istituzioni scolastiche. Anche qui il precariato è cresciuto esponenzialmente: dai 66 contratti dell’anno scolastico 2015 2016, si è arrivati ai 149 dello scorso anno scolastico.
“Vogliamo una scuola che sia all’altezza delle aspettative dei ragazzi, delle ragazze e dei loro genitori – concludono gli esponenti sindacali della Uil – L’arco temporale di rilevazione del dossier ci ricorda che l’esplosione del precariato è avvenuta sotto governi diversi. E’ proprio questo il punto: mandare il precariato in pensione è una scelta squisitamente politica, serve però il coraggio. Uno studio della Uil Scuola Rua ha dimostrato che per stabilizzare un precario della scuola bastano 715 euro l’anno. Nulla se si decide di investire nell’istruzione, nulla se si decide che tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori devono avere gli stessi diritti e le stesse tutele”.