Più imprese edili, attività assicurative, immobiliari, professionali e finanziarie. Meno imprese nel commercio, nell’agricoltura e nella manifattura. Queste alcune delle evidenze che emergono anche per l’Alto Lazio dai dati Movimprese sull’andamento della demografia delle imprese nel 2023, elaborati da Unioncamere e InfoCamere sulla base del Registro delle imprese delle Camere di commercio.
Dall’indagine emerge come nel 2023 nella provincia di Rieti si siano registrate 714 iscrizioni e 662 cancellazioni dal Registro imprese della Camera di Commercio, con un saldo positivo quindi di 52 imprese ed un tasso di crescita dello 0,35%. Un tasso di crescita di poco inferiore percentualmente (+0,24%) nella Tuscia, dove a fronte di 1.736 iscrizioni si rilevano 1.646 cancellazioni, con un saldo positivo di 90 unità.
In crescita tuttavia solo alcuni settori: nel Viterbese i servizi di informazione e comuncazione, le costruzioni, le attività professionali e scientifiche, quelle finanziarie e assicurative, i servizi sanitari e di assistenza sociale; nel Reatino le costruzioni, le attività finanziarie e assicurative, le attività immobiliari, le attività di noleggio, agenzie viaggio, servizi supporto alle imprese, le attività di istruzione, le attività artistiche, sportive e di intrattenimento. Soffrono invece in entrambe le province soprattutto agricoltura, commercio e attività manifatturiere.
La lettura dei dati dal punto di vista delle forme organizzative delle imprese conferma il rafforzamento strutturale del sistema imprenditoriale in atto ormai da anni anche nell’Alto Lazio così come nel resto della Penisola. L’intero saldo positivo del 2023 è spiegato dalla crescita delle società di capitale: 297 in più a Viterbo e 128 in più a Rieti in termini assoluti, pari al +3,76% a Viterbo e al +3,86% a Rieti. Le imprese individuali, che continuano a rappresentare nell’Alto Lazio circa il 60% dello stock di imprese esistenti, mostrano invece una flessione di 151 unità nel Viterbese e di 39 nel Reatino.
A livello nazionale, oltre il 70% delle 42mila imprese registrate in più negli ultimi dodici mesi opera in soli tre macro-settori: le costruzioni, il turismo e le attività professionali.
Il più dinamico, in termini di crescita imprenditoriale, è il comparto delle costruzioni che, nonostante l’incertezza sulle prospettive dei bonus legati al mondo dell’edilizia che ha caratterizzato il 2023, alla fine degli scorsi dodici mesi ha contato 13.541 imprese in più rispetto al 2022 (+1,62%).
Bene anche le attività professionali, scientifiche e tecniche che a fine 2023 presentano un aumento significativo di 11mila imprese, trainate da un “boom” della consulenza aziendale e amministrativo-gestionale (saldo positivo di oltre 6.000 attività e una variazione relativa dell’8%).
Anno positivo anche per il comparto della vacanza, in cui si contano 3.380 attività di alloggio aggiuntive (+5,13%) e 3.015 bar e ristoranti in più rispetto al 2022 (+0,77%).
Alla crescita hanno contribuito significativamente anche le attività immobiliari, che a fine 2023 contano 5.197 imprese in più dell’anno precedente (+1,72%).
A fronte di questi risultati positivi, anche a livello nazionale i settori più tradizionali continuano a segnalare un restringimento della platea delle imprese. Per il commercio, il 2023 si è chiuso con una riduzione complessiva di 8.653 attività (-0,6% su base annua) Nell’agricoltura, il bilancio di fine anno evidenzia una riduzione complessiva di 7.546 imprese (-1,05%) mentre la manifattura presenta una perdita complessiva di 2.962 imprese (-0,56%).