(di Christian Diociaiuti e Valentina Fabri) Una truffa dopo l’altra, con “importazioni” di metodologie che hanno solo uno scopo: gabbare i reatini. Ieri l’ultimo episodio di una modalità non registrata ancora in città: nel parcheggio dei Cubi a Villa Reatina, una donna che tornava in auto dopo la spesa, è stata “distratta” con delle monetine, come se le fossero cadute dalla tasca. Lei si china, ringrazia e intanto i lestofanti hanno il tempo di aprirle la portiera e rubarle la borsa con soldi e documenti. E in quella zona c’è una banda dell’est Europa, presumibilmente nomadi in trasferta, che da tempo vessa clienti e attività, dentro e fuori il supermercato.
Per le Forze dell’Ordine fermarli non è facile, nonostante l’impegno e la tempestività. Perché dell’insolenza di certi soggetti ci siamo già accorti ad esempi dai servizi in tv, in scenari come le metropolitane o i luoghi affollati. Primi episodi in città anche della truffa della banconota sul parabrezza; uno sale in auto, la nota, va per prenderla riscendendo e gli aprono la portiera per ripulirlo di borse, zaini, portafogli, spesa. Il modus operandi è sempre diverso, ma il fine è sempre uno. La chiamata del finto parente nei guai, il pacco da pagare che in realtà nessuno ha mai ordinato. Associazioni e Forze dell’Ordine fanno di tutto per sensibilizzare, oltre che reprimere. Ma come detto non è facile. Anche perché esistono dei veri trasfertisti della truffa (lo dimostra una recente operazione dei Carabinieri di Rieti, i malviventi erano tutti campani) che “colpiscono e scappano via” per dirla con una vecchia canzone degli Articolo 31. Fate sempre attenzione, segnalate a Polizia e Carabinieri e raccontatelo a RietiLife. Più ne sappiamo, più lo evitiamo.
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