(di Christian Diociaiuti) Ultima puntata del 2023 per La Rana nel Pozzo, il talk politico di RietiLife condotto dal direttore Emiliano Grillotti. Ospite Pinuccia Niglio, da un mese Prefetto di Rieti. “Vengo da tanti incontri con cittadini, istituzioni: per primi ho visto il vescovo Vito Piccinonna e il sindaco Daniele Sinibaldi. In questo mese ho conosciuto la città ma non ho ancora sfruttato appieno l’opportunità di conoscere la stupenda natura di questo territorio” dice Niglio, 63 anni, nata a Napoli, cresciuta a Chieti “ma mi sento ferrarese”, anche se proveniente da Modena come ultimo incarico.
“Mi sono resa conto – dice Niglio descrivendo sé stessa – di avere grandi qualità di mediazione: nel momento attuale è un compito fondamentale per il Prefetto. Più di quello di far valere le gerarchie”. Nominata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, con cui ha lavorato “in Emilia. Arriviamo dallo stesso concorso, lo conosco bene. Qui contano le esperienze e la capacità. Se mi piacerebbe fare il Ministro? Beh, non lo nascondo: sì mi piacerebbe” conferma.
Per Niglio già grande la conoscenza del territorio: “Se è scesa la qualità di vita la motivazione è da ricercare in un territorio chiuso in sé stesso: dobbiamo aprirci. Ma vedo che l’Amministrazione si sta muovendo per una rinascita. Parlo delle grandi opere, dell’Università con Medicina. E lo sport. Vero – aggiunge – c’è un problema infrastrutturale, ma il Prefetto, anche per le qualità di cui parlavo prima, può mettere insieme ad esempio Anas, Provincia, Comuni e tutti gli attori che possano dare una spinta alle iniziative per cercare di andare in una certa direzione. Anche perché gli incidenti si combattono con i controlli su strada, con la formazione degli automobilisti e il terzo e con la cura delle infrastrutture”.
La sicurezza e il lavoro (“Il tavolo della Prefettura è sempre aperto” dice) al centro dell’operato del Prefetto: “Lo sviluppo della videosorveglianza è importante – afferma Niglio – come deterrenza e per favorire le indagini. Ci stanno lavorando in Comune: spingerò perché questi sistemi vengano implementati quanto prima. Questo sia nel capoluogo che in provincia. Ribadisco: è una questione di finanziamenti, ne ha anche il Ministero dell’Interno ma ci toccano in maniera residuale perché il dato di sicurezza è confortante. Va fatto capire che non è del tutto così”. E sui recenti episodi di violenza giovanile dice: “Gang giovanili? In altre zone d’Italia ci sono veri e propri gruppi organizzati. Qui siamo al disordine sociale, alla mancanza di valori e bisogna lavorare sulle famiglie. I giovani fanno quel che respirano nelle famiglie” dice Niglio, rassicurando sull’entità del problema.
Foto: Gianluca VANNICELLI ©