Prevenire le frodi perpetrate da parte di malintenzionati a danno dei clienti che effettuano operazioni a sportello. È lo scopo dell’evento formativo svoltosi alcuni giorni fa in modalità webinar, finalizzato a sensibilizzare i dipendenti della provincia di Rieti sui temi della sicurezza e del contrasto alle truffe e ai raggiri verso i cittadini. All’incontro, hanno partecipato il direttore provinciale di Rieti Andrea Petrone, i direttori degli uffici postali e diversi gruppi di ascolto di operatori di sportello reatini.
L’iniziativa è stata organizzata dalla struttura Fraud Management, Sicurezza Fisica e Antiriciclaggio dell’Area Centro, che oltre al Lazio comprende anche Abruzzo, Molise e Sardegna. Il corso, tenuto dal Responsabile della struttura Valerio Coppotelli, fa parte di un ciclo di eventi di formazione in modalità fisica e telematica finalizzata a promuovere tra i dipendenti norme di comportamento ispirate a una “cultura del rischio” integrata e diffusa.
“I presupposti della prevenzione, non possono prescindere dalla conoscenza delle casistiche principali – sottolinea in apertura Coppotelli – ma passano anche attraverso la narrazione di casi concreti. Saper riconoscere sin da subito un tentativo di truffa è fondamentale per evitarla.”
L’ufficio postale, infatti, è uno dei possibili luoghi fisici in cui i cittadini, che sono inconsapevolmente vittime o sospettano di essere stati vittima di una frode, si recano e la velocità di intervento del personale è un elemento chiave per poter bloccare tempestivamente le eventuali transazioni avviate o le carte di credito compromesse nel caso in cui il cittadino avesse fornito i dati riservati (credenziali e pin). È il caso di un episodio di tentata truffa perpetrato ai danni di un anziano cliente della provincia e sventato dalla prontezza dei dipendenti, lo scorso mese di ottobre, di un ufficio postale reatino.
“In quell’occasione – specifica Coppotelli – insospettiti da una operazione a sportello “guidata” telefonicamente, il direttore e il personale dell’ufficio riuscirono a convincere il malcapitato cliente a non portare a termine la fraudolenta richiesta di effettuare il bonifico. Un provvidenziale intervento del personale dove fondamentale è stata la prontezza nel riconoscere la truffa e sventare il tentativo di portarla a termine. Sicuramente un esempio di ‘best practice’ da studiare, condividere con i colleghi e, in caso di necessità, da replicare.”
Frequente è anche la tecnica degli sms che arrivano dagli alias, ovvero mittenti con nomi identici come ad esempio “Poste Info”, che si inseriscono nelle conversazioni tra utente e azienda. Tuttavia, e da tenere presente che Poste Italiane, ha puntualizzato Coppotelli, “non invia mai messaggi chiedendo dati personali e richieste perentorie e minacciose per trasferimenti di denaro. Questa informazione occorre veicolarla spesso nelle interlocuzioni a sportello con la clientela”.
Tra l’altro, i rischi maggiori sono legati proprio ai tentativi da parte di terze persone di carpire, attraverso artifizi o raggiri, i dati riservati dei clienti, come dati della carta di pagamento, utenza, password, codici di accesso e/o dispositivi. “Ai nostri clienti – continua il relatore – dobbiamo sottolineare che la prima cosa da tenere bene a mente è che un truffatore non può fare nulla senza la collaborazione della sua vittima”.
In chiusura Valerio Coppotelli ha ricordato come, nei casi sospetti, il personale degli uffici postali si può rivolgere ai due centri dedicati alla prevenzione delle frodi, il Fraud Prevention Center di Roma e il Centro di Monitoraggio Frodi di Torino. I due centri, che impiegano più di 100 addetti, con lunga esperienza nel campo della sicurezza finanziaria e della cyber security, sono attivi 24 ore su 24 a garanzia della sicurezza di tutte le operazioni compiute negli uffici postali e online, attraverso le carte di pagamento. Negli ultimi quattro anni Poste Italiane ha incrementato del 300% gli investimenti in sicurezza fisica e nel sistema dei controlli, con una sensibile riduzione del numero di eventi criminosi.
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