(di Martina Grillotti – da RietiLife Free Press) Sono passati due anni dagli allagamenti che hanno interessato la Piana Reatina e messo in ginocchio residenti e aziende. Eppure, a distanza di due anni ancora non si vede la luce in fondo al tunnel per gli indennizzi da 7 milioni di euro che il Comune di Rieti aveva stimato dover arrivare per ripagare i tanti che sono stati colpiti (si parla di un centinaio di persone). Lo stesso sindaco di Rieti, Daniele Sinibaldi, intervistato dalla Rai, ha detto: “Il Comune continua a sostenere costi fuori budget perché dei 7 milioni stimati ne sono stati erogati solo 60mila euro” stanziamento che ha permesso di coprire solo le spese vive per trovare un alloggio negli alberghi alle cento persone costrette a lasciare le proprie abitazioni perché allagate o semiallagate.
Ora, oltre allo stanziamento di cui ancora non c’è traccia, quello che ci si augura perché un dramma di tale portata non si reiteri nel tempo, è che la Regione lavori ad un piano per nuove normative di gestione dell’energia elettrica. “Stiamo lavorando per realizzare nuove vasche di laminazione su un progetto già esistente a cui mancava la copertura economica, la nostra priorità è la sicurezza dei cittadini” ha tranquillizzato l’assessore regionale Manuela Rinaldi.
C’è da ricordare che nel Reatino il rischio di allagamenti è altissimo, secondo l’ultimo rapporto Ispra: ci sono 12mila persone che, in caso di alluvioni potrebbero rimanerne colpite. Le zone a rischio frana da elevato a molto elevato sono nella parte sud: Sant’Elia, Poggio Perugino, Castelfranco e la zona nord di Lisciano. Secondo la cartografia Pai (piano assetto idrogeologico) le zone a rischio idraulico, cioè quelle che coinvolgono maggiormente infrastrutture e persone, sono le aree di Città Giardino, Molino della Salce, Borgo, zona annonaria e la parte sud di Piazza Tevere, mentre le zone a rischio alluvione sono per la maggior parte nella Piana Reatina e nelle zone limitrofe delle acque del Velino, Salto e Turano.
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